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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2012 alle ore 00:00.

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Julian Assange (Reuters)Julian Assange (Reuters)

Stavolta è come se Wikileaks fosse un po' andata a rubare a casa del ladro. Non un cyber-ladruncolo piccolo, anarchico, ideologicamente attrezzato, arrabbiato, colmo di rivendicazioni e imputabile di vari reati, ma quella che alcuni chiamano l'altra Cia ovvero StratFor, azienda specializzata in intelligence e sicurezza dei privati, fondata dallo scrittore e politologo George Friedman, una corazzata di segreti, a fine dicembre violata dagli hacker di Anonymus, che si sono impadroniti di codici di carte di credito, ora da Wikileaks, sito di soffiate di notizie fondato dall'australiano Julian Assange. Da mesi nell'occhio del ciclone per le rivelazioni le operazioni militari in Iraq e Afghanistan prima e il Cablegate dopo, ovvero le migliaia di mail di diplomatici americani pubblicate nel novembre 2010.

«Oggi WikiLeaks inizia a sollevare il velo sulle vite private e menzogne private delle spie private», ha detto Assange alla conferenza stampa indetta al Frontline Club di Londra per presentare la pubblicazione delle mail della Stratfor. «Ci troviamo di fronte al fiorire di una forma di intelligence privata ma senza che ci siano contrappesi per tenerla sotto controllo».

Gli informatori russi
Questa operazione si chiama Global Intelligence files: 5,3 milioni di mail di informatori dell'agenzia privata texana che raccoglie informazioni per clienti privati che non sono solo ricche e potenti multinazionali ma anche ministeri e enti statali americani. Anche stavolta Wikileaks, con il fondatore ancora sotto processo per il presunto stupro di due donne in Svezia, fa un colpo mediatico coadiuvato dai giornali che rilanciano le indiscrezioni, incurante dei danni che possono colpire gli interessati. Il settimanale "Russki Reportior" fa ad esempio sapere che il procuratore generale russo Iuri Ciaika sarebbe è informatore chiave della Stratfor; Ciaika avrebbe come nome in codice Ru101 e sarebbe stato classificato come fonte di primo livello. E non sarebbe l'unico russo a collaborare con Friedman.

Il file Goldman Sachs
Nei Global Intelligence file c'è un capitolo dedicato a una relazione «innaturale tra la Stratfor e la banca d'affari Goldman Sachs». I documenti pubblicati da WikiLeaks mostrano che nel 2009 l'amministratore delegato George Friedman e l'allora Managing Director di Goldman Sachs Shea Morenz hanno avuto l'idea di utilizzare le informazioni raccolte da StratFor a scopi finanziari. Il piano prevedeva la costituzione di un fondo d'investimenti, denominato StratCap, che utilizzasse a proprio vantaggio l'intelligence raccolta dalla rete d'informatori sparsa per il mondo effettuando operazioni finanziarie «su titoli di Stato e prodotti legati a valute». Stando alle informazioni raccolte Morenz avrebbe investito 4 milioni di dollari nel fondo e sarebbe entrato nel consiglio di amministrazione della StratFor. Nel corso del 2011 è stata architettata una complessa struttura costruita nei paradisi fiscali per rendere, quanto meno all'apparenza, StratCap indipendente da StratFor. Ma in una mail pubblicata da WikiLeaks e diretta ai dipendenti Friedman spiega come in realtà stanno le cose: «Non considerate StratCap come un'organizzazione esterna; vi sarà utile, per convenienza, pensarla come un altro aspetto di StratFor e considerare Shea come un altro manager dell'azienda». Il lancio di StratCap era previsto per il 2012.

Gli attacchi israeliani all'Iran
Commandos israeliani avrebbero distrutto infrastrutture nucleari in Iran con l'aiuto di combattenti turchi. Lo rivela il quotidiano israeliano Haaretz in base alle indiscrezioni di Wikileaks. In alcuni messaggi email del novembre 2011, funzionari della Stratfor discutono di un'esplosione avvenuta in una base missilistica nei pressi di Teheran. Uno di questi cita il racconto di una fonte, secondo cui «gli israeliani hanno già distrutto alcune infrastrutture nucleari iraniane settimane fa». L'informazione viene ritenuta non credibile da uno degli analisti; altri, invece, menzionano apertamente l'ipotesi che lo Stato ebraico abbia inviato commandos in Iran, aiutati da guerriglieri curdi e da iraniani ebrei immigrati in Israele.

«Coca Cola spia gli animalisti»
In conferenza stampa Assange ha anche rivelato che Coca Cola «usò i servizi della Stratfor per monitorare gli attivisti della Peta - lega americana per la protezione animali, ndr - in relazione alle Olimpiadi di Vancouver del 2009». Dal Frontline Club Assange ha detto: «Il vicepresidente della Stratfor ha offerto alla Coca Cola accesso ai file classificati dell'FBI sulle strategie e le attività dei militanti della Peta».

La replica di Stratfor
Le email potrebbero essere state «manipolate, contraffatte, e contenere imprecisioni». Così Stratfor in una nota che definisce la mossa del sito di Julian Assange come un tentativo di «intimidirci e costringerci al silenzio». «Non le autenticheremo, nè le commenteremo», prosegue la nota: «Siamo stati derubati, doverne rispondere (delle email, ndr) significherebbe essere due volte vittime».

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