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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2012 alle ore 06:39.

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ROMA
Sarà un caso, ma quando Silvio Berlusconi non è al governo e i magistrati vanno a votare per eleggere il nuovo Comitato direttivo centrale (e quindi la nuova Giunta) riprende vigore l'anima di centrodestra, più corporativa, e s'infiacchisce quella progressista. Ora, anche quella centrista. Stavolta, infatti, persino Unicost, la corrente maggioritaria dell'Associazione nazionale magistrati ha perso smalto insieme ad Area (il cartello elettorale di Magistratura demcratica e Movimento per la Giustizia), a vantaggio di Magistratura indipendente e del suo leader Cosimo Ferri, la toga più votata con 1.196 preferenze. Nel 2007, quando governava Romano Prodi, era andata più o meno così. Il governo Monti ha prodotto lo stesso risultato.
Il voto ha dunque penalizzato le due forze, Unicost e Area, che con Luca Palamara e Giuseppe Cascini hanno guidato l'Anm negli ultimi quattro anni, opponendosi alla politica di Berlusconi, e ha invece premiato l'unico gruppo di opposizione, Mi, guidata da Ferri che ha impostato la campagna elettorale accusando la giunta uscente di non aver saputo tutelare né gli stipendi né condizioni di lavoro dignitose per i magistrati. Unicost resta numericamente la più votata con 2.268 preferenze, 485 in meno del 2007, per cui perde 2 seggi. Nel nuovo parlamentino conterà quindi come Area (entrambe con 12 seggi), seconda in classifica con 2.260 voti, 325 in meno, che perde un seggio. Mi conquista 281 voti in più e arriva a 1.997, tallonando gli altri due gruppi con 11 seggi. Infine «Proposta B», una lista di indipendenti contrari alle correnti, che pur non avendo conseguito il successo sperato, raccoglie 287 voti e un seggio. A differenza di Unicost, Mi ha puntato sul suo leader, sebbene di recente Ferri sia stato coinvolto (senza conseguenze giudiziarie) in intercettazioni e indagini "calde" come Calciopoli, la P3 e i condizionamenti politici sulla Rai. Una toga «salottiera» dicono di lui molti colleghi, che gli rimproverano di aver remato contro la Giunta uscente, accusandola di «fallimento» per la sua «contrapposizione politica» al governo Berlusconi. «Più sindacato, meno politica», è stato lo slogan di Mi, premiato dagli elettori. Per Ferri si tratta di un «risultato storico». Quale sarà il suo peso nella prossima giunta, però, è tutto da vedere, anche se probabilmente sarà una giunta unitaria. Per le altre correnti, i più votati sono stati Michele Ciambellini (Unicost) con 720 preferenze e Ezia Maccora (Area) con 615. «Abbiamo perso in termini di voti, ma lo sapevamo perché abbiamo investito sulla questione morale» dice Marcello Matera segretario di Unicost, riferendosi soprattutto a Milano dove Mi ha quadruplicato i consensi e dove avrebbe pesato la posizione di intransigenza avuta da Unicost nella vicenda di Alfonso Marra, ex presidente della Corte d'appello che ha lasciato la magistratura dopo che il suo nome era finito nell'inchiesta P3. Ma c'è chi imputa la sconfitta alla scelta di puntare su volti «nuovi», a differenza di quanto ha fatto Mi. Che con Stefano Schirò rimprovera Unicost di essere stata troppo contigua ad Area. Piergiorgio Morosini, segretario di Md, replica accusando Mi di aver cavalcato «spinte corporative» e ricordando che la giunta uscente ha dovuto «contrastare riforme contrarie alla Costituzione: perciò sono state sottratte energie a questioni interne alla magistratura».
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CHI SALE E CHI SCENDE

Unicost esce ridimensionata
Unità per la Costituzione, la corrente di centro che per 4 anni ha guidato l'Anm, perde pezzi. Resta il primo gruppo a livello nazionale ma arretra, tra l'altro, a Milano, e subisce un duro colpo a Venezia, Genova e Messina
Sale Magistratura Indipendente
Il voto premia Magistratura Indipendente, l'unico gruppo all'opposizione, che ha condotto la sua campagna all'attacco dei gruppi al governo dell'Anm. A Milano, per esempio, la corrente ha quadruplicato i suoi consensi

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