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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2012 alle ore 06:39.

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Barbara Fiammeri
Ignazio La Russa mette le mani avanti anticipando che lo «spread» tra amministrative e politiche per il Pdl è sempre alto. Tanto più se, come quest'anno, il partito di Silvio Berlusconi dovesse ritrovarsi senza gli alleati di sempre, ovvero la Lega al Nord (Bossi lo ha ripetuto anche ieri) e l'Udc al Sud. Il coordinatore del Pdl è appena uscito da Palazzo Grazioli, dove il Cavaliere ha radunato il vertice del partito per fare il punto della situazione e lanciare la nuova parola d'ordine: "depotenziare" il voto di maggio, non ostacolare la nascita di liste civiche e parlare d'altro. Ad esempio della trasparenza dei partiti, del loro finanziamento, divenuto oggetto dell'interesse dei cittadini soprattutto dopo il caso Lusi (l'ex tesoriere della Margherita). E, infatti, al vertice di ieri c'era anche Rocco Crimi, che ha in mano la cassa pidiellina.
Il nodo amministrative però resta ed è quello che preoccupa di più, a Roma e soprattutto in periferia. A Palermo, Genova, Verona, solo per parlare dei centri clou della prossima tornata elettorale, il Pdl è ancora privo di candidati e pure di alleati. Il caso emblematico è il capoluogo siciliano, dove il segretario del partito Angelino Alfano è cresciuto, politicamente parlando, e dove rischia di subire una pesantissima sconfitta. Al punto che potrebbero diventare decisive le primarie del Pd in programma domenica. Se infatti Rita Borsellino, la canditada di Bersani, dovesse essere battuta dall'orlandiano Fabrizio Ferrandelli, nel Pdl non si esclude che l'Mpa di Lombardo potrebbe sciogliere l'alleanza con Casini, Fini e il Grande Sud di Miccichè a sostegno del giovane Costa, per ripiegare sul candidato del centrosinistra. Se così fosse, le resistenze dei finiani per impedire al Pdl di entrare nell'alleanza con il Terzo Polo diventerebbero assai più deboli.
L'Udc già adesso non sarebbe contraria ad allargare la coalizione al Pdl sul candidato terzopolista ma per non rompere con Fli (e con Lombardo) ha evitato forzature. L'eventuale uscita di Lombardo per i centristi però rimetterebbe tutto in gioco. Il Pdl attende e spera e per ora non ufficializza la candidatura di Francesco Cascio. Anche perché c'è chi è convinto che l'obiettivo di Casini vada ben oltre Palermo. Per la prima volta il partito di Berlusconi sarebbe costretto a concedere ai centristi quel che ha già fatto con la Lega, ovvero sostenere un candidato non suo in Sicilia ma forse anche a Genova, dove l'unico in corsa per il centrodestra è il senatore ex Pdl sostenuto dall'Udc Enrico Musso. Casini si è mosso come al solito in anticipo e le sue parole di ieri a proposito della necesssità di «riformare la giustizia» ma soprattutto quel ritenere «ineludibile» la riunificazione dei moderati purché non venga proposta dal «predellino» di una macchina, lascia intendere che i lavori preparatori per il 2013 sono in corso.
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