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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2012 alle ore 06:38.

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ROMA
Abrogare il reato di concussione e trasformarlo in corruzione o estorsione. È uno degli emendamenti proposti dal Pd al ddl anticorruzione. E di per sé non farebbe notizia se non fosse che la modifica rischia di diventare causa immediata di proscioglimento di Silvio Berlusconi nel processo Ruby per il reato di concussione, cioè per l'ormai famosa telefonata dell'ex premier in Questura con cui fece liberare Ruby in quanto «nipote di Mubarak». Il processo continuerebbe per l'altro reato, la prostituzione minorile, ma non per questo, a meno che il giudice non lo qualifichi come estorsione o come corruzione. Il che è impossibile. Tutt'al più come abuso d'ufficio, punito però fino a 3 anni, mentre la concussione ne prevede 12, e mandando al macero le prove raccolte. L'emendamento è sul tavolo della trattativa e può diventare la chiave per un accordo politico sul ddl anticorruzione in cui vi sia qualche inasprimento di pena per i reati di corruzione, con il conseguente aumento della prescrizione.
L'onorevole Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, è l'uomo del Pdl incaricato di cercare una mediazione e per ora non si sbilancia. È indubbio che l'abrogazione dell'articolo 317 del Codice penale sulla concussione avrebbe un impatto sul processo Ruby, che può andare dal proscioglimento (perché il reato è caduto e quello nuovo non esisteva al momento del fatto) alla contestazione di un abuso d'ufficio, ben più lieve della concussione come pena e come prescrizione. «Il rischio di una non punibilità non c'è - dice Donatella Ferranti del Pd - perché il nostro emendamento vuole rendere più netti i contorni dei comportamenti corruttivi rispetto a situazioni in cui la vittima subisce pressioni, minacce anche indirette, o violenza da parte del pubblico ufficiale che abusa delle sue funzioni».
Le sorti del ddl anticorruzione sono legate anche a questa norma, premessa di un accordo politico più ampio nella maggioranza. La trattativa entrerà nel vivo la prossima settimana, in vista della seduta delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del 14 marzo. Il ministro della Giustizia Paola Severino aspetta prima di scoprire le sue carte. Sia che chieda lo stralcio dell'articolo 9 (come vuole il Pdl) accompagnato da un testo organico del governo da esaminare con corsia preferenziale, sia che esprima il parere sugli emendamenti già presentati (quasi tutti di Pd, Idv e Udc) per portare il testo in aula il 26 marzo (come vuole il Pd), in ogni caso i passi del governo presuppongono un accordo politico che finora non c'è. Perciò l'ipotesi stralcio sembra la più realistica.
Dell'abrogazione della concussione si discute da tempo sia per i suoi labili confini con la corruzione sia per arginare interpretazioni capziose dei Pm sia perché ce lo chiedono Ocse e Consiglio d'Europa, ma solo in funzione di un contrasto più efficace alla corruzione internazionale, ostacolato dalla concussione poiché il concusso è considerato "vittima", e quindi non è punibile. Di qui la richiesta di far rientrare questo reato o nell'abuso d'ufficio o nella corruzione (ma anche la contestuale richiesta di aumentare la prescrizione della corruzione). Finora la modifica ha aspettato, anche perché dopo la ex Cirielli la concussione è rimasto l'unico reato contro la pubblica amministrazione che non si prescrive, a differenza della corruzione che si prescrive sempre.
Nel processo Ruby, a Berlusconi è stata contestata la concussione «per induzione», che scatta quando un pubblico ufficiale usa argomenti capziosi, suggestivi, per indurre qualcuno a dargli del «danaro o altra utilità». Delle due accuse, è quella che a Milano considerano «blindata», cioè solido, ma rischia di cadere con l'abrogazione dell'articolo 317. Non la pensa così il Pd, secondo cui la concussione per induzione si trasformerà in corruzione o in un'estorsione aggravata, due reati riscritti dal Pd e puniti con pene che vanno fino a un massimo di 8 e 20 anni. Il primo, però, presuppone un accordo che evidentemente non c'era tra Berlusconi e il funzionario della Questura e quindi non sarà applicabile; così pure l'estorsione, perché punito più severamente. Quindi Berlusconi non sarebbe più punibile, salvo che per abuso d'ufficio, prescrizione permettendo.
Toccherà a Ghedini valutare la convenienza della proposta e "aprire" sugli altri reati. Sempre che il Pd non ci ripensi o preferisca ponderare meglio la proposta, accettando lo stralcio, che per il Pdl resta la via maestra da seguire.
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