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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2012 alle ore 20:53.

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Di nuovo all'attenzione della Camera la riforma della Costituzione con l'inserimento di regole di taglio europeo sul pareggio di bilancio. Oggi pomeriggio, l'Aula di Montecitorio ha iniziato infatti la seconda lettura del testo unificato già approvato il 30 novembre scorso e poi deliberato a sua volta senza modifiche dal Senato a metà dicembre. In entrambi i casi, la stragrande maggioranza dei parlamentari ha votato sì, con poche astensioni e nessun contrario. Il via libera alla riforma con i due terzi dei voti eviterebbe il referendum confermativo, passaggio invece sollecitato a gran voce dal Rifondazione comunista.

Gruppo di lavoro misto
Intervenendo nel corso del dibattito il relatore al provvedimento Giancarlo Giorgetti (Lega) ha auspicato l'istituzione da parte del Governo di in gruppo di lavoro tecnico aperto a rappresentanti del Parlamento ed esperti, ma anche al ministero dell'Economia e a rappresentanti della Corte dei Conti, della Banca d'Italia e dell'Istat per definire una «nuova concezione, non solamente riferita ai vincoli europei, della disciplina della contabilità e finanza pubblica» ed effettuare l'istruttoria dei provvedimenti previsti dal disegno di legge. D'accordo il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Giampaolo D'Andrea, che parlando a nome del ministro Piero Giarda ha dato il via libera alla richiesta di un team tecnico per la predisposizione della Legge di contabilità rafforzata.

Nuove norme applicabili dal 2014
L'idea di aggiornare la carta costituzionale inserendo norme più stringenti per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica che derivano dall'appartenenza dell'Italia alla Ue è il frutto di una precisa priorità del premier Monti (il disegno di legge adottato come testo base è dell'Esecutivo) e da un impegno assunto dal Governo con l'Europa con il Patto Euro plus del 25 marzo scorso per l'introduzione, a livello nazionale, di norme costituzionali di osservanza del Patto di stabilità. La riforma riscrive in particolare l'articolo 81 della Carta fissando l'obbligo per lo Stato di assicurare per il proprio bilancio «l'equilibrio tra le entrate e le spese».

Unica deroga possibile, su autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta, il ricorso all'indebitamento per considerare eventi eccezionali o cicli economici negativi ma con obbligo di un percorso di rientro. L'obbligo di assicurare l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico è poi estesa a tutte le pubbliche amministrazioni. Le nuove disposizioni costituzionali - che saranno applicabili a partire dall'esercizio finanziario del 2014 - dovranno tornare al Senato per la quarta e ultima approvazione.

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