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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2012 alle ore 06:38.

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PARIGI. Dal nostro corrispondente
Un miliardo e qualche spicciolo. È questa la cifra che le due "banche" dei costruttori automobilistici francesi - Banque Psa Finance e Rci Banque - hanno raccolto partecipando, lo scorso 29 febbraio, all'asta di rifinanziamento a tre anni (e all'1%) della Banca centrale europea.
La società del gruppo Peugeot-Citroen ha fatto ricorso all'Ltro (Long term refinancing operation) dell'istituto di Francoforte per 700 milioni. Quella di Renault (di cui lo Stato detiene ancora una quota del 15%) per poco meno di 350 milioni. D'altronde perché non approfittarne? Come spiega la portavoce del gruppo guidato da Carlos Ghosn, «questa operazione permette a Rci Banque di far ricorso a un finanziamento a un tasso molto interessante senza intaccare la propria riserva di liquidità». A maggior ragione in un momento in cui i due costruttori hanno bisogno più che mai che le loro società di finanziamento all'acquisto (e alla locazione) di vetture (nuove e usate) siano in grande forma. La stessa Peugeot-Citroen ha lanciato ieri l'aumento di capitale da 1 miliardo al prezzo di 8,27 euro ad azione, con uno sconto del 42% rispetto alla chiusura del titolo lunedì.
Per capire l'importanza assunta dalle due "banche" interne basta scorrere i risultati dell'ultimo esercizio. Rci Banque - che garantisce i servizi di finanziamento delle tre case Renault, Nissan e Dacia - ha contribuito per oltre il 70% (761 milioni su 1,09 miliardi) al risultato operativo corrente del gruppo. Con un aumento di 58 milioni rispetto al 2010, facendo segnare un nuovo record. Mentre la divisione auto si è fermata a 330 milioni, con un calo di 66 milioni. L'apporto di Banque Psa Finance è stato superiore al 40 per cento: 532 milioni (507 nel 2010) su 1,31 miliardi. Con l'auto addirittura in rosso per 92 milioni. Solo la società di componentistica Faurecia, con 651 milioni, ha fatto meglio della banca, nella galassia Psa.
Per quanto possa sembrare paradossale, insomma, i due gruppi automobilistici francesi non fanno i loro risultati con le auto bensì con le "banche". Quando in termini di quote sul fatturato complessivo queste ultime sono dei nani: poco più del 3% per Psa e il 4,5% per Renault.
E il loro apporto è destinato a diventare ancora più importante. Perché le vendite di auto in Francia e in Europa stanno andando malissimo e da parte di chi compra c'è un crescente ricorso al finanziamento. Perché c'è ancora da rubare spazio alle banche "vere" (che in Francia hanno una quota del 35% del finanziamento per l'acquisto di vetture rispetto al 30% delle "captive" dei costruttori). Perché le prospettive di crescita sui mercati emergenti sono straordinarie. Perché ci sarà un progressivo trasferimento dall'acquisto alla locazione, gestita dalle "banche". Le quali sono destinate a giocare un ruolo di primo piano nella commercializzazione della vettura elettrica (al centro in particolare dei programmi di Renault), che avrà forme di pagamento diverse rispetto all'auto tradizionale.
Certo, per crescere bisogna avere delle spalle finanziarie forti. E i canali di finanziamento classici (crediti bancari, emissione di obbligazioni, operazioni di securitization) non sempre assicurano condizioni interessanti, con un credito che a volte risulta essere troppo costoso.
Le "banche" dell'auto non stanno ovviamente con le mani in mano. Per esempio Rci da una ventina di giorni propone ai clienti Renault un libretto di risparmio (Zesto), sull'esempio di quanto fanno da tempo i concorrenti tedeschi.
L'obiettivo è di raccogliere 500 milioni quest'anno e di arrivare a regime a 2,5 miliardi, un pò più del 10% dei crediti erogati dalla società.
Se in questo scenario spunta l'offerta della Bce all'1% come tirarsi indietro?
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I NUMERI

700 milioni
Peugeot-Citroen
La liquidità a tasso dell'1% ottenuta dalla controllata Banque Psa Finance all'ultima operazione di rifinanziamento della Bce. Il contributo della divisione finanziaria sul risultato operativo corrente del gruppo automobilistico nel 2011 è stato del 70 per cento
350 milioni
Renault
La liquidità a tasso dell'1% ottenuta dalla controllata Rci Banque all'ultima operazione di rifinanziamento della Bce. Il contributo della divisione finanziaria della casa automobilistica (partecipata dallo Stato francese al 15%) sul risultato corrente operativo di gruppo nel 2011 è stato del 40 per cento

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