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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2012 alle ore 14:32.

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BOLOGNA - «Faremo tutto quello che voleva Lucio, come se lui fosse ancora qui». Si riassume in questa frase, detta dagli eredi di Dalla a Massimo Gambini, il curatore patrimoniale nominato dal Tribunale di Bologna, il futuro dell'inestimabile patrimonio lasciato dal cantautore morto una settimana fa a Montreux. Il tanto auspicato gentleman agreement, dunque, sembra proprio avere corso: nessuna lite furibonda, nessuna coltellata, nessuna rivendicazione: tutti d'accordo i quattro cugini (Dea, Amelia e Luisa Melotti e Lino Zaccanti), si farà come avrebbe voluto lui. E quindi, a questo punto, il primo passo verso la nascita della Fondazione Dalla pare essersi compiuto. Del resto fin dalle prime ore dopo la sua scomparsa, ‘l'altra famiglia' del cantautore, quella composta di amici e strettissimi collaboratori, aveva indicato quella che era da tempo la sua volontà. Una volontà che proprio negli ultimi tempi Lucio Dalla stava lavorando per concretizzare e per cui aveva incontrato il presidente della Fondazione Carisbo, Fabio Roversi Monaco.

Tutti d'accordo, quindi: amici e parenti. Cosa che, di fatto, agevola molto il lavoro del curatore patrimoniale, a cui ora spetta il censimento dei beni lasciati dal cantautore e che ha apprezzato questa unità di vedute tra gli eredi.

Intanto oggi a Bologna dovrebbe arrivare lo storico legale di Dalla, Eugenio D'Andrea che, con ogni probabilità, sarà chiamato a seguire nei prossimi mesi le questioni relative al patrimonio musicale, ossia diritti e royalties per 581 composizioni depositate in Siae dal 1966.

L'ultima parola spetta comunque al Tribunale di Bologna. Nell'attesa, comunque, D'Andrea incontrerà per quello che ha definito «il primo di una lunga serie di incontri», aggiungendo: «credo andremo avanti per mesi a parlare e a incontrarci, come credo che il lavoro di Gambini sarà molto lungo e complicato, ci vorranno settimane se non mesi».

Tempi lunghi, quindi: l'assenza di un testamento, al quale Dalla non aveva evidentemente pensato, complica l'iter burocratico. E tempi lunghi di conseguenza anche per la Fondazione, in cui pare Marco Alemanno potrebbe trovare un ruolo di primo piano. Più brevi, invece quelli della "memoria cittadina": nelle scorse ore è infatti arrivato il via libera della Soprintendenza dei Beni culturali di Bologna alla collocazione di una targa dedicata a Dalla in piazza Maggiore, ormai "piazza Grande", così come indicato nel giorno del funerale dal sindaco Virginio Merola.

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