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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2012 alle ore 10:44.

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LONDRA – Londra insiste."L'operazione è scattata perché gli ostaggi erano in imminente pericolo di vita". A poche ore dal tragico blitz delle forze speciali britanniche e nigeriane costato la vita a un lavoratore italiano, Franco Lamolinara, e al suo collega britannico Franck McManus impiegati dall'impresa Stabilini e tenuti sotto sequestro a Sokoto da terroristi islamici, Downing street precisa che "l'opportunità di un'azione è stata improvvisa" e non lasciava tempo. Nemmeno apparentemente per contattare il governo italiano.

Secondo fonti della Bbc non controllate l'ufficio del primo ministro britannico avrebbe confermato che "il Regno Unito è stato in constante contatto con le autorità italiane nel corso di tutta la vicenda", passaggio che però non chiarisce se ci sia stato qualche scambio di informazioni fra i due Paesi anche nelle ultime ore.

Roma, lo ricordiamo, ha chiesto al governo nigeriano una ricostruzione dei fatti. Secondo le notizie che circolano in Gran Bretagna i primi reparti a entrare nel compound di Sokoto sarebbero stati quelli britannici nel corso di un blitz che sarebbe stato accompagnato da nove ore di scontri a fuoco. Nell'operazione le teste di cuoio britanniche hanno ucciso uno dei terroristi ma sostengono di aver trovato i due ostaggi già morti. La ricostruzione delle autorità di Lagos sollecitata dal primo ministro Mario Monti dovrà dare ulteriori indicazioni.

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