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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2012 alle ore 11:46.

La fantasia non ci manca, anche in Parlamento. A scorrere le migliaia di proposte di legge che i nostri legislatori depositano ogni anno alla Camera e al Senato, si possono trovare molti esempi di "fantasia al potere": dall'istituzione di nuove, bizzarre figure professionali alla celebrazioni di ricorrenze dimenticate o alla valorizzazione di prodotti di nicchia conosciuti da pochissimi estimatori.
Priorità e crisi economica
Né la crisi economica - che dovrebbe indurre a selezionare meglio le priorità del Parlamento, per dare spazio ai provvedimenti più utili e necessari al rilancio - sembra aver scoraggiato il desiderio di "metter mano" e legiferare sugli argomenti più disparati: un modo per segnalarsi agli amici, coltivarsi il collegio, conquistarsi nuovi elettori. A tentare una classifica delle proposte più fantasiose, che magari hanno impegnato di sfuggita le commissioni ma non sono mai (finora) approdate all'Aula ci ha pensato l'istituto Bruno Leoni, che grazie al lavoro di selezione del fellow Silvio Boccalette ha raccolto nell'edizione 2011 del Focus "Le proposte di legge più pazze del mondo" i 10 disegni di legge ritenuti più fantasiosi e bizzarri, catalogate per i numero dell'atto parlamentare che le formalizza.
Un Principato per Salerno
Al primo posto, nella "top five", troviamo la risposta meridionale alla riforma Federalista ancora in mezzo al guado: un ex equo per l'«Istituzione della regione "Principato di Salerno"» (AC 4230) e l'«Istituzione della Regione Romagna, della Regione "Principato di Salerno", e della Regione Salento" (AS 2782). Proprio quello che ci mancava, in tempi in cui è all'ordine del giorno il ridimensionamento delle Province e relative funzioni.
Gelato tricolore
Di promuovere il «Gelato tradizionale italiano" grazie ai buoni uffici del ministero delle Politiche agricole e l'introduzione di un rigido disciplinare tecnico sugli ingredienti si occupa il secondo classificato: «Disposizioni per la tutela e la promozione del gelato tradizionale italiano» (AC 4683).
Come dite voi «cuoio»?
Segue al terzo posto una questione solo apparentemente di lana caprina: l'introduzione di «Nuove disposizioni in materia di utilizzo dei termini "cuoio", "pelle" e "pelliccia" e di quelli da essi derivanti o loro sinonimi» (AS 2642). La questione non è nuova, ed è già stata regolamentata nel '66. In modo impreciso, evidentemente, perché la proposta punta a chiarire la terminologia da usare quando si produca qualcosa con le spoglie di un animale: cuoio, pelle e pellicce sono ammessi «purché eventuali strati ricoprenti di altro materiale siano di spessore uguale o inferiore a 0,15 millimetri».
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