Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2012 alle ore 11:47.

Un gommone con immigrati a bordo (Archivio Fotogramma)Un gommone con immigrati a bordo (Archivio Fotogramma)

Bisogna attendersi una nuova ondata di migranti nel Canale di Sicilia. «È fisiologico con l'arrivo della bella stagione», dice Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). Peraltro, in un quadro geopolitico profondamente mutato nell'area. Senza contare la recente bocciatura da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo della politica dei respingimenti italiana. Oggi il drammatico sbarco di 56 persone a Lampedusa, con la morte di cinque persone; ieri il gruppo di 54 e poi quello bloccato nel trapanese.

Boldrini: dalla Somalia si continua a scappare
«Penso che dobbiamo attenderci un nuovo significativo arrivo di persone - aggiunge - che peraltro sono sempre più a rischio». Prosegue Laura Boldrini: «Fino a quando ci sono situazioni di tensione in aree non lontane, come il Corno d'Africa, le persone cercheranno un posto sicuro. Dalla Somalia si continua a scappare, come da altri Paesi». È una situazione da tenere presente e per questo «dobbiamo essere pronti a ogni evenienza. È importante che il centro di primo soccorso e transito di Lampedusa sia messo in grado di funzionare». La struttura di contrada Imbriacola infatti è ferma dopo che è stata data alle fiamme al culmine di una sommossa. E diventa decisivo che «Lampedusa torni nuovamente a essere ritenuta "porto sicuro", come è sempre stato fino a qualche mese fa».

Balduzzi: attivata una task force
Il ministro della Salute, Renato Balduzzi ha concordato con l'assessore alla Salute della Regione Siciliana, Massimo Russo e il direttore generale dell'Istituto Nazionale per la salute, le migrazioni e la povertà (Inmp), Concetta Mirisola, l'attivazione di una task force costituita da medici, infermieri e mediatori culturali da inviare sull'isola di Lampedusa per fronteggiare, assieme ad altri attori istituzionali, eventuali emergenze relative agli sbarchi.

Cinque morti a bordo
Sul barcone sono stati trovati cinque cadaveri. La piccola imbarcazione è stata raggiunta dopo l'allarme lanciato all'alba alla Guardia costiera con un telefono satellitare dagli extracomunitari a bordo del gommone. L'imbarcazione è stata localizzata dalle unità italiane a 85 miglia Sud di Lampedusa, in acque internazionali di competenza libica per quanto riguarda le operazioni Sar (ricerca e soccorso).

Cinque trasferiti in elisoccorso a Palermo
Gli extracomunitari sono apparsi tutti fortemente debilitati per la lunga permanenza in mare. Questo è il secondo sbarco di immigrati in poco più di 24 ore, dopo una tregua durata due settimane. Cinque sono stati trasferiti in elisoccorso negli ospedali palermitani. Quattro, al Civico di Palermo per ustioni chimiche, cioè causate dal contatto con il carburante. Tra loro un quindicenne che aveva ustioni di primo e secondo grado in tutto il corpo. Un'altra persona ha invece ingerito del liquido tossico durante la traversata, probabilmente per dissetarsi. «Non sono in pericolo di vita», ha assicurato il responsabile sanitario dell'isola, Pietro Bartolo: «Agli altri sono stati riscontrati sintomi di ipotermia e disidratazione e sono stati trasportati nelle villette di Cala Creta: tra questi una donna al quarto mese di gravidanza.

La procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta
La procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta sulla nuova tragedia dell'immigrazione al largo di Lampedusa che ha già un bollettino di cinque morti a bordo. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Renato Di Natale e dal sostituto procuratore Matteo Delpini. La procura intende fare luce sulle cause della morte delle cinque vittime del mare.

Avvistati altri barconi in difficoltà
Intanto sono state avvistate altre quattro imbarcazioni in difficoltà con extracomunitari a bordo. La Guardia costiera ha giá messo in moto la macchina dei soccorsi. La prima imbarcazione, che ha lanciato l'Sos attraverso un telefono satellitare, è stata localizzata grazie al sistema Gps. Si troverebbe ancora in acque libiche, così come gli altri due barconi. Nella zona si sta dirigendo un rimorchiatore d'altura.

Possibili nuove frizioni Italia-Malta su una carretta del mare soccorsa da un motopesca francese
Uno di questi potrebbe provocare nuove frizioni tra Malta e Italia. Il barcone con a bordo un'ottantina di persone è stato soccorso da un motopesca francese in acque Sar maltesi. Allertate le autorità dell'isola della Valletta che, però, vorrebbero far proseguire l'imbarcazione vero il porto più vicino, Lampedusa. «C'è uno stallo», ha spiegato Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati. Anche perchè l'isola, dopo la sommossa conclusasi con l'incendio del centro di accoglienza, è stata dichiarata "porto non sicuro".

Per il Comando generale delle Capitaneria di porto la competenza è maltese e non è previsto alcun intervento italiano. Già in passato era stato sfiorato l'incidente diplomatico tra Malta e Italia per la stessa ragione. Casi che in genere si sono chiusi con la presa in carico dei migranti da parte degli italiani per motivi umanitari.
.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi