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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2012 alle ore 16:05.

Oltre al gommone soccorso ieri con un carico di cinque morti e 51 persone giunte a Lampedusa allo stremo delle forze, ieri il rimorchiatore Asso 30 ha caricato a bordo 107 persone, che erano su un gommone che stava affondando a circa 90 miglia da Lampedusa. «Quando siamo partiti dalla Libia la barca andava veloce e pensavamo che il viaggio sarebbe andato liscio. Invece, dopo poche ore c'è stato un guasto, si è spento il motore e abbiamo iniziato a imbarcare acqua. Siamo rimasti in balia delle onde per giorni. Per fortuna ieri siamo stati tratti in salvo».

Ha ancora la voce tremante Mose, un somalo di 25 anni, che si trovava sull'imbarcazione soccorsa ieri a 85 miglia da Lampedusa insieme ad altri 107 profughi. Mose è stremato, appena giunto con il rimorchiatore Asso 30 che li ha soccorsi ieri e trasbordati. Il rimorchiatore è rimasto in rada per più di 24 ore e solo pochi minuti fa i 108 extracomunitari, tra cui 93 uomini, 11 donne e 4 minori sono stati fatti scendere al porto vecchio di Lampedusa con l'ausilio di carabinieri, Guardia costiera e Guardia di finanza.

Molti non parlano né inglese, né francese
Molti non sanno parlare né l'inglese né il francese. Un altro giovane, Faud, somalo anche lui, 23 anni, racconta di essere scappato tre mesi fa dalla Somalia e di avere percorso il Sahara fino ad arrivare due mesi fa in Libia. «Sono scappato dalla Somalia - racconta ancora visibilmente scosso - perché lì non potevamo più continuare a vivere. Ho lasciato
la mia famiglia in Somalia e sono scappato perchè spero di poter trovare un futuro migliore. Vorrei studiare e cominciare a lavorare, ma soprattutto vivere in un paese libero». Il gommone, racconta Faud «andava spedito, poi c'è stato un improvviso guasto e la barca si è fermata. Ieri abbiamo anche visto un elicottero, ci siamo tutti sbracciati per chiedere aiuto. Per fortuna siamo stati poi salvati. Altrimenti adesso non sarei qui a raccontare quello che è successo».

Fatima: voglio una vita migliore
Tra le 11 donne trasbordate c'è anche Fatima, un'etiope di 24 anni. «Sono scappata dall'Etiopia - racconta in lacrime - perché voglio una vita migliore, voglio avere figli e crearmi una famiglia». I profughi sono stati portati, a bordo di due pullman della cooperativa "Lampedusa accoglienza" all'Area Marina Protetta. Si tratta di una struttura non attrezzata per accogliere molti profughi ma, considerata la chiusura del centro d'accoglienza, dopo l'incendio dello scorso anno appiccato dai tunisini. Il residence di Cala Creta, giá occupato da altri extracomunitari, è l'unico posto disponibile dove portare i profughi.

Il sindaco di Lampedusa: riaprire subito il Centro di accoglienza
«Ho chiesto al ministero dell'Interno di riaprire immediatamente, nelle prossime 24 ore, il Centro di accoglienza per tornare al famoso "modello Lampedusa" e trasferire entro le prime 24-48 ore i profughi che arrivano», ha detto Bernardino De Rubeis. «Non possiamo continuare ad assistere all'arrivo di altri profughi che vengono portati all'area marina protetta o in altri luoghi non idonei. Non c'è neanche coordinamento, se non via telefonica con la Prefettura di Agrigento. Serve la presenza della Protezione civile». Sottolinea di aver cercato anche di parlare con il capo del dipartimento, Franco Gabrielli. «Tra l'altro - aggiunge ancora il primo cittadino - all'area marina protetta tra pochi giorni iniziano i lavori di ristrutturazione e se continuano ad arrivare altri profughi non sappiamo dove sistemarli. Ecco perchè chiediamo la riapertura del centro d'accoglienza. Non vogliamo che accada quello che è successo l'anno scorso perché non possiamo rischiare di perdere anche questa stagione turistica».

Ieri il gommone della morte stava per affondare
Il gommone della morte, intercettato ieri con un carico di 5 morti, era uno scafo verde di una decina di metri. Quando è stato soccorso aveva gli anelli di poppa sgonfi e rischiava di affondare lungo quella rotta che lo scorso anno ha portato a Lampedusa circa 50 mila migranti, un migliaio dei quali ha trovato la morte per naufragio, come accadde ai 300 finiti in fondo al mare lo scorso 6 agosto a circa 30 miglia dall'isola, o come i 25 soffocati nella stiva dai gas di scarico di un barcone arrivato a Lampedusa l'1 agosto. Le cinque bare sono state allineate sul molo Favaloro, a Lampedusa. Sul gommone alla deriva nel Canale di Sicilia, con il motore guasto, gli uomini della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto hanno trovato altre 51 persone stremate, una in fin di vita, subito soccorsa in elicottero e accompagnata all'ospedale. Con l'elisoccorso sono stati anche trasferiti a Palermo una donna incinta, che si trova in prognosi riservata al Civico, e quattro uomini disidratati e con serie ustioni da raggi solari.

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