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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2012 alle ore 08:01.

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Che siano quattro o di più, è per assicurarsi le solida mura che i parlamentari aprono le proprie tasche con maggior piglio. Si tratti di nuovi immobili o semplici quote di comproprietà, fa poca differenza in fondo. Perché, scorrendo le schede di documentazione patrimoniale consegnate dagli eletti, resta quello il tratto più comune delle operazioni: l'amata casa. Gran parte degli acquisti si colloca all'interno dei confini nazionali, com'è naturale. Ma non mancano le proiezioni fuori del Belpaese. Come nel caso di Luca Barbareschi, ex deputato di Fli e ora componente del gruppo Misto, con un appartamento a New York acquistato per 1.124.393 euro. O di Guglielmo Picchi, Pdl, che punta su Londra. Alla magione di Antigua si aggiunge anche il terreno, per il (solito) Paperone dei deputati, l'ex premier Silvio Berlusconi. In controtendenza sul "fronte estero" è Marco Milanese. Del pied-à-terre a Cannes, infatti, il già braccio destro di Giulio Tremonti non risulta più intestatario. E deve averne avuto abbastanza invece della "vita smeralda" il senatore Pdl Alfredo Messina, che si è sbarazzato di una multiproprietà a Porto Rotondo per acquistarne un'altra nella più tranquilla Venezia.

Tornando all'insieme, non può non stupire che soltanto due deputati e un senatore abbiano comprato titoli di Stato nel 2010: Mario Pepe (Misto) ha dichiarato 100mila euro in BTp e Roberto Rao (Udc) 50mila, sempre in BTp, con scadenza al primo settembre 2020. Valgono 40mila euro invece i BoT acquistati dal senatore Pd Ignazio Marino. Il vento freddo sui mercati negli ultimi anni non ha tuttavia allontanato proprio tutti gli investitori. Dei più vivaci in Borsa il primato va a Pier Ferdinando Casini. Il leader dell'Udc movimenta quote di numerose società italiane e straniere, pur non essendone l'artefice primo («è fin troppo evidente che le scelte compiute sono degli istituti di credito che hanno in gestione il mio portafoglio titoli e non certo del sottoscritto»). Tra gli acquisti 967 azioni di Intesa, 88 della Total, 40 di Eni, 25 dell'Oréal, mentre fra le vendite spiccano le oltre 1.500 azioni di Unicredit. Per niente intimorito anche l'ex sottosegretario all'Economia, Daniele Molgora (Lega), che ha acquistato fra le altre 800 azioni di Generali, 900 di Eni, 1.800 di Gefran. Qualche manovra anche nella dichiarazione dei redditi di Paolo Bonaiuti, ex portavoce del Cavaliere a Palazzo Chigi, che ha preso 2.710 warrant del Credito valtellinese e 27.100 obbligazioni dello stesso istituto.
Qualcuno ha infine venduto e nient'altro. L'ex campionessa olimpica, ora deputata del Pdl, Manuela Di Centa, segnala solo cessioni, da Telecom Italia a Tiscali.Come l'attuale presidente della Consob Giuseppe Vegas, che si è liberato di tutte le quote azionarie in suo possesso.
Ni. Ba.
Ma. Par.

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