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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2012 alle ore 19:50.

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L'accordo come valore aggiunto. Savino Pezzotta, ex segretario generale della Cisl, ora parlamentare Udc, non vede di buon occhio una legge delega sulla riforma del lavoro, anche perché rompere con le parti sociali «non conviene al Governo e nemmeno al Paese». È il momento, dice «di essere ottimisti, camminare adagio, un chiodo alla volta, secondo la metafora dell'alpinista». E «dare una dimostrazione di come il Paese sia unito».

Del resto, sottolinea Pezzotta, «i sindacati hanno già digerito la riforma pensionistica senza grandi tensioni, cosa che invece non è accaduta in altri paesi». Alle parti sociali, dunque nulla da rimproverare, «hanno agito con senso di responsabilità». Spetta al Governo a questo punto, dice il parlamentare Udc «trovare l'intesa, se ha la volontà di farlo. Sarebbe un investimento sul futuro».

Quanto all'articolo 18, stando così le cose «andrebbe abbandonato, potrà sempre essere ripreso più avanti». Anche perché allo stato attuale, dice Pezzotta «è chiaro che sono possibili solo alcune modifiche». Dal governo Monti l'ex leader della Cisl si aspetta «un gesto di responsabilità», dal quale lo stesso Esecutivo potrebbe «uscire rafforzato».

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