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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2012 alle ore 07:47.

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ROMA. Un disegno di legge ordinario o un disegno di legge delega. Dovrebbe ridursi a queste alternative la scelta, che farà oggi il presidente del Consiglio, Mario Monti, sullo strumento legislativo per il varo della riforma del mercato del lavoro. Il testo, che potrebbe avere anche la forma di un emendamento a una delega già esistente (qualcuno all'interno del Governo ipotizza anche un decreto) affronterà un primo esame in Consiglio dei ministri domani e partirà da un punto fermo, che solo il Parlamento potrà tornare a discutere: il nuovo articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Sulle modifiche alle regole per i licenziamenti individuali (indennizzo in caso di motivazioni economiche; parola al giudice tra reintegra o indennizzo per i disciplinari; nullità confermata per i discriminatori) la posizione del Governo non cambia più.

Ieri al ministero del Lavoro la giornata si è consumata con una serie di riunioni tecniche cui il ministro, Elsa Fornero, ha preso parte solo dopo il voto di fiducia della Camera sulla legge di conversione del decreto liberalizzazioni. Si è lavorato per le ultime limature a tutti gli altri dossier della riforma per recepire, laddove possibile, le richieste avanzate da sindacati e organizzazioni produttive.

Tante le istanze, che spaziano dai nuovi ammortizzatori sociali alla stretta contro gli abusi dei contratti flessibili e delle partite Iva (si veda l'altro articolo in pagina) di cui il ministro ha preso diligentemente nota nel corso dell'incontro di martedì su invito del premier e con un occhio al viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli. Il «nodo» delle coperture economiche dell'intera operazione restano sul tavolo dopo la prima indicazione di una «dote» strutturale di 1,7-1,8 miliardi per finanziare i nuovi ammortizzatori sociali, che entreranno gradualmente a regime entro il 2017. Dall'incontro convocato per oggi pomeriggio al ministero per la chiusura del testo con i rappresentanti del lungo confronto è difficile che escano novità sul punto.

Novità sulle risorse potrebbero arrivare invece con il primo esame del disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro in Consiglio dei ministri; un Ddl che poi verrebbe varato con la riunione della settimana di Pasqua, dopo la pausa imposta dal viaggio in Asia del premier.
Il Governo non dovrà definire solo le risorse necessarie, e le fonti di finanziamento, per l'avvio del nuovo sistema «universalistico» degli ammortizzatori sociali. Prima dell'addio definitivo delle attuali forme di indennità di disoccupazione, infatti, bisognerà capire se e come rifinanziare nel periodo di transizione l'assetto delle deroghe per la cassa integrazione che il precedente Esecutivo aveva attivato per fronteggiare la recessione.

Si tratta di scelte che dovranno essere fissate con la legge di stabilità, a fine anno, ma sulle quali il Governo sarà in realtà chiamato ad esprimersi già entro aprile, con la presentazione del nuovo documento di economia e finanza, in ossequio con la programmazione di politica economica prevista dal Semestre europeo. Il nuovo quadro macroeconomico, con le previsioni sull'economia reale e anche sul mercato del lavoro, dovrà essere illustrato in tre testi: il Documento di economia e finanza, l'aggiornamento del Patto di stabilità e il nuovo Piano nazionale di riforma.

D.Col

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