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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2012 alle ore 06:43.

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ROMA.
Diritto d'asilo a chiunque ne abbia titolo, permesso di soggiorno solo a chi ha i requisiti. Nient'affatto scontato, il messaggio lanciato ieri dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riprende le politiche dei dicasteri dell'Integrazione e dell'Interno - quest'ultimo guidato da Napolitano dal 1996 al 1998 - oggi condotte dai ministri Andrea Riccardi e Anna Maria Cancellieri. «Quando sbarcano disperati e ci troviamo di fronte persone che hanno titolo a chiedere l'asilo bisogna fare accertamenti rapidi, seri e anche severi. Non c'è dubbio - ha sottolineato il capo dello Stato - che bisogna dare lo status di rifugiato a chi ne ha titolo». Ed è certo, del resto, che durante lo scorso governo il diritto d'asilo sia stato quantomeno messo in secondo piano nelle politiche sull'immigrazione. Senza contare la recente condanna della Corte di Strasburgo contro l'Italia sui respingimenti. Poi, con altrettanta chiarezza, Napolitano ha spiegato come la questione sia «completamente diversa» per chi viene in Italia per «motivi economici». Può essere «una forza lavoro» di cui l'Italia «ha bisogno» ma tutto deve svolgersi attraverso «canali legali» di immigrazione. E «quelli senza alcun titolo debbono poter essere respinti sulla base della legge vigente» nel quadro auspicato di «una forte collaborazione con i Paesi» d'origine. Ieri ha fatto visita al Quirinale il presidente della Repubblica di Malta, George Abela, presente anche il ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata. Napolitano, inoltre, ha inviato un messaggio al collega della della Repubblica Tunisina, Moncef Marzouki.
«L'Italia sostiene la transizione democratica in Tunisia e lo sforzo del suo Paese in direzione di un equo sviluppo economico e sociale» scrive Napolitano a Marzouki. Malta e Tunisi sono due nodi strategici dei viaggi di disperati, sia immigrati clandestini sia stranieri che chiedono diritto d'asilo. Per il presidente della Repubblica si tratta di un «problema comune» da affrontare con «un impegno collettivo». L'Unione Europea, insomma: «La politica sull'immigrazione dell'Europa deve essere davvero solidale» raccomanda il capo dello Stato. Ma Stefano Manservisi, direttore generale affari interni della Commissione europea, ieri ha affermato che durante la recente crisi dei flussi immigratori illegali dalla sponda sud verso l'Italia l'Europa ha «fatto tutto quello che poteva fare» e quello che non si è potuto fare è perchè, sostiene, i governi nazionali in tutti questi anni «non hanno dato all'Unione europea e alla Commissione i poteri per farlo». Gli sbarchi, del resto, sono ripresi e c'è da mettere mano, al più presto, all'approdo di Lampedusa, dove al momento i due centri per gli immigrati sono chiusi dopo le decisioni prese dall'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni. La visita il 2 marzo di Cancellieri e Riccardi nell'isola siciliana, del resto, non è stata un caso. Le parole di Napolitano non piacciono però alla Lega Nord: «Quanti immigrati dovremmo accogliere? Dieci milioni, venti, centocinquanta? - afferma Roberto Castelli - Napolitano ci spieghi a quante persone dovremmo dare asilo».
Apprezza le parole del capo dello Stato, invece, il Pd. «Ci richiama ad affrontare una delle più grandi vergogne della nostra società: gli sbarchi di disperati che raggiungono le nostre coste in cerca di asilo e l'inaccettabile e disumana strage di migranti nel nostro mare» sottolinea il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
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I NUMERI

25.626
Le richieste
Le domande di asilo presentate in Italia nel 2011 (nel 2010 erano state 14.042). Il 44% (11.131) ha ricevuto un rifiuto
2.507
I rifugiati
Lo status di rifugiato è stato concesso all'8% del totale; 2.569 hanno ricevuto la protezione sussidiaria (10%), per 5.662 (22%) è stata proposta la protezione umanità

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