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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2012 alle ore 06:42.

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Pressing intenso nei confronti di Bossi e gli scenari del dopo-amministrative. Sono i due tasselli cui sta lavorando Silvio Berlusconi negli ultimi giorni. Il Cavaliere avrebbe cercato il Senatur varie volte per tentare, dopo gli appelli di Angelino Alfano, di convincere il leader leghista a tornare sui suoi passi. Berlusconi è convinto che la scelta di presentare il simbolo del Pdl al posto di liste civiche rischia di danneggiare il partito e cerca riparo almeno in alcuni accordi con la Lega Nord. Per il momento, però, poco sembra muoversi su questo fronte. Un incontro con il Senatur non dovrebbe esserci però prima di lunedì quando il leader leghista riunirà a Milano i vertici del suo partito. I maroniani frenano sull'ipotesi di intese. Soprattutto in una città simbolo come Verona. Nel capoluogo scaligero Flavio Tosi, che ha coagulato il consenso di molti dirigenti ex Pdl, punta a vincere da solo. Al massimo potrebbe essere concessa qualche sporadica eccezione.

C'è poi l'altro aspetto, quello dello scenario dopo il voto di maggio. L'argomento è stato trattato da Berlusconi nelle cene che l'ex premier ha avuto con i parlamentari del Pdl, in cui si è ragionato sul sostegno al Governo Monti: «Sento ogni settimana il presidente del Consiglio – avrebbe confidato l'ex premier –. Sta facendo un ottimo lavoro ed è per questo che noi dobbiamo sostenerlo». Del futuro ruolo del Pdl l'ex capo del governo avrebbe discusso con Giuseppe Pisanu. L'idea che accomuna il Cavaliere all'ex ministro dell'Interno è quella di costruire la casa dei moderati. Ecco perché Berlusconi avrebbe dato mandato a Pisanu di sondare sia Gianfranco Fini che Pier Ferdinando Casini. Il senatore, avrebbe incontrato sia il leader dell'Udc che il presidente della Camera.

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