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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2012 alle ore 09:14.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2014 alle ore 12:00.

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Giro del mondo con i ponti di Calatrava (© Transportation Department, The City of Calgary)Giro del mondo con i ponti di Calatrava (© Transportation Department, The City of Calgary)

Ricostruire la mappa dei ponti e delle passerelle firmate e costruite da Santiago Calatrava significa fare il giro del mondo. Da Barcellona a Buenos Aires, da Dublino a Dallas, da Venezia a Israele. L'ultimo ponte nato con il marchio Calatrava è a Calgary in Canada e sarà inaugurato sabato 24 marzo. Solo poche settimane fa un altro era stato aperto in Texas, a Dallas.

Una ricca collezione di sculture che si ritrova tra le pagine dei libri di architettura ma che non ha lasciato indifferente la cronaca giornalistica: troppi i ponti firmati dall'archistar catalana che sono costati molto di più di quanto si era previsto inizialmente, numerose anche le opere oggetto di polemica per il degrado dei materiali. Per non parlare del design avveniristico non sempre apprezzato in tutti i contesti in cui Calatrava è stato chiamato a partire da Israele dove ha costruito due ponti uno a Tel Aviv e uno a Gerusalemme.

Rimane che in alcune realtà, come in California con il Sundial Bridge che oltrepassa il Sacramento vicino alla Turtle Bay, proprio uno dei ponti di Calatrava si è affermato come un landmark capace di rigenerare il territorio. Se a Buenos Aires Calatrava ha immaginato una coppia di ballerini di tango per disegnare il Puente de la Mujer a Puerto Madero, a Gerusalemme l'architetto di Valencia ha immaginato un pilone esile, con dei cavi che sembrano riprodurre l'arpa di Re Davide. I ponti come sintesi di architettura e ingegneria, ma non solo.

Ma non basta. I ponti di Calatrava non hanno molta fortuna: con la pioggia e il gelo si scivola sul ponte della Costituzione di Venezia ma anche sulla passerella Zubi-zuri di Bilbao (in dieci anni si stima si siano spesi 250mila euro per ristemare la pavimentazione in vetro). Proprio a Venezia si sono scatenate le polemiche per tante questioni, non ultima quella pro o contro l' "ovovia" che consentirebbe ai disabili di oltrepassare il ponte che collega Piazzale Roma con la stazione ferroviaria (ma a costo zero, i portatori d'handicap possono da sempre passare da una zona all'altra con un vaporetto). A Gerusalemme residenti e ambientalisti si sono scatenati contro i ritardi (sei anni dopo il previsto), e l'eccessivo costo del ponte (55milioni) che diversamente dalla altre tante strutture di Calatrava non collega due rive ma oltrepassa un fiume di traffico veicolare. Ritardi e costi aumentati anche per il nuovissimo Margaret McDermott Bridge pronto a Dallas (87milioni).

Quando si fa il nome di Calatrava il cliente è certo di portare a casa una struttura avveniristica, ma la statistica dimostra che la firma catalana ha inevitabili ricadute sui tempi e sul portafogli.
A Venezia l'ultimo capitolo di una storia che va avanti dal 1999 è stato svelato la scorsa settimana: il Ponte della Costituzione (il quarto ponte sul Canal Grande) è finito nel mirino della Corte dei Conti: Calatrava e sei dirigenti indagati. L'accusa? "Macroscopica approssimazione" sfociata in un "insieme di errori" sia nella fase di progettazione che di esecuzione dell'infrastruttura, unita a "leggerezza nell'uso di denaro pubblico". Il ponte di Venezia necessita di costanti interventi di monitoraggio e manutenzione quantificati in 3,467 milioni di euro su un costo finale di 11,2 milioni. A Venezia sono costate molto le varianti e la gara d'appalto, e la partita non è ancora chiusa.

E anche il nuovissimo ponte canadese, un attraversamento pedonale realizzato con un sistema di eliche circolari rosse, con una sezione inferiore ai 7 metri per poter stare entro i limiti consentiti dal vicino eliporto e dagli alti livelli dell'acqua e del ghiaccio dei fiume Bow che passa sotto il ponte, è sotto i riflettori per l'aumento dei costi (da 19 a 23 milioni) e per i 15 mesi di ritardo nella consegna.
Calatrava ha progettato tanti ponti in tutto il mondo e quasi sempre senza partecipare ad una gara. Così anche l'Italia lo ha chiamato direttamente sia per il ponte di Venezia (12 milioni) che per i tre ponti di Reggio Emilia (47 milioni). Da tempo si annuncia un suo nuovo ponte anche a Cosenza ma, seppur appaltato all'impresa, il ponte è congelato per assenza di finanziamenti. Quelli di Calatrava sono i ponti italiani griffati che entrano in un lungo elenco di nuove struttrure realizzate in questi ultimi anni da Nord a Sud, molti disegnati anche dalla giovane architettura italiana illustrati su www.progettieconcorsi.ilsole24ore.com.

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