Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2012 alle ore 09:38.

My24

ROMA - La sede propria per discutere ed eventualmente modificare il disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro è il Parlamento. «Si andrà a una discussione - osserva il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - e si confronteranno preoccupazioni e proposte». La convinzione del Capo dello Stato, espressa in una sintetica risposta a una domanda dei giornalisti in margine della cerimonia commemorativa dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, è che alla fine si perverrà a un risultato «di cui si potranno riconoscere i meriti e la validità. È una riforma da fare. Naturalmente ci sono posizioni anche contrastanti».

Chiaro il riferimento alle polemiche sulla modifica dell'articolo 18, in particolare per quel che riguarda i possibili licenziamenti per motivi economici. La convinzione di Napolitano, sostenuto anche dall'impegno del presidente del Consiglio, Mario Monti a vigilare per evitare abusi di sorta, è che non per questo si apriranno le porte «a valanghe di licenziamenti facili sulla base dell'articolo 18, perché bisogna anche sapere a che cosa si riferisce l'articolo 18. Il problema più drammatico è quello delle crisi aziendali, delle aziende che chiudono e dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, non attraverso l'articolo 18, ma attraverso il venir meno di determinate attività produttive». La strada maestra è puntare su nuovi investimenti, «nuovi sviluppi e nuove iniziative in cui possano trovare sbocco soprattutto i giovani».

Letta con attenzione, questa nuova presa di posizione del presidente Napolitano, espressa poco prima del via libera da parte del Consiglio dei ministri alla riforma sotto forma di disegno di legge, è in linea con la moral suasion condotta negli ultimi giorni. È servita prima di tutto a evitare l'inevitabile braccio di ferro che la scelta del decreto avrebbe provocato tra il governo e il Pd, una delle tre formazioni che sostiene l'esecutivo. E non a caso, il segretario Pier Luigi Bersani ha espresso apprezzamento per la decisione del governo di ricorrere a uno strumento legislativo che apra la strada a modifiche. Anche la formula adottata da palazzo Chigi dell'approvazione del ddl «salvo intese» va in questa direzione. Spazio alla discussione dunque, ma con l'aspettativa che i tempi di approvazione della riforma siano certi e rapidi. I tre mesi di cui hanno parlato il presidente del Senato, Renato Schifani ma anche il vice segretario del Pd, Enrico Letta possono essere un lasso di tempo congruo anche per il Colle.

La riforma è necessaria, non solo perché l'attendono Bruxelles e i mercati. Napolitano in un messaggio al 28esimo congresso del Partito liberale, si appella a quella tradizione politica «di grande rilievo nell'attuale momento di trasformazione e travaglio vissuto dal nostro Paese». Può contribuire - afferma - in modo significativo ad eliminare «rigidità e chiusure corporative che rischiano di compromettere il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche e la stessa dinamica sociale, troppo spesso a scapito delle generazioni più giovani». Vi si può leggere, anche con riferimento alla riforma del mercato del lavoro, un invito esplicito ad affrontare la discussione in Parlamento senza steccati e preclusioni.
In mattinata, alle Fosse Ardeatine ha assicurato che il 23 marzo 2013 «ci ritroveremo in questa stessa cerimonia con lo stesso animo». È la replica a quanto Rosina Stame, presidente dell'Associazione delle famiglie dei caduti per la libertà, aveva sostenuto a proposito del taglio dei fondi e del rischio che si possa porre in discussione l'omaggio ai martiri delle Fosse Ardeatine nei prossimi anni. «Non si può nemmeno immaginare che non ci sia costanza e continuità in questa cerimonia che ha un valore simbolico ineguagliabile».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi