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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2012 alle ore 10:37.

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Il 23esimo viaggio apostolico del Papa tocca il Messico e Cuba. Sull'aereo che lo porta in Sud America, Benedetto XVI denuncia le "menzogne" dei narcotrafficanti del Messico ed esprime l'auspicio di poter contribuire a "un dialogo costruttivo" con il regime comunista a Cuba. Il Papa dice che L'Avana deve abbandonare il marxismo, ormai superato, a ricercare "nuovi modelli". Del Messico affronta la piaga più dolorosa che impedisce lo sviluppo economico di un Paese che sarebbe comunque in crescita: «Il problema del narcotraffico e della violenza è una grande responsabilità per la Chiesa (del Messico), che ha una popolazione» composta per l'80 per cento da cattolici, dice il papa ai giornalisti. Il Papa ha esortato a «smascherare le menzogne» e «l'idolatria del denaro, che rende gli uomini schiavi", e ha invitato i cattolici a "fare il possibile contro questo male, distruttore dei nostri giovani».

«La nostra grande responsabilità è quella di educare le coscienze, educare alla responsabilità morale», ha aggiunto Benedetto XVI. «L'uomo ha bisogno dell'infinito, se Dio non è più l'infinito, l'uomo si crea il suo paradiso, un'apparenza di infinito. Dobbiamo fare il possibile per smascherare il male», ha proseguito Benedetto XVI. Su Cuba, il Papa ha detto che il regime dell'Avana dovrebbe abbandonare l'ideologia marxista, che a suo avviso "non risponde più alla realtà", per ricercare "nuovi modelli". Benedetto XVI ha anche espresso la volontà dei cattolici di "aiutare un dialogo costruttivo per evitare traumi". Il Santo padre è partito stamattina da Roma per un viaggio di sei giorni che lo condurrà prima in Messico e poi a Cuba.

Il Messico aspetta il Papa tra eccezionali misure di sicurezza, i preparativi del cerimoniale e l'attesa dell'intero paese, prima tappa di un viaggio che prevede anche una visita a Cuba. All'aeroporto internazionale di Leon - capitale economica dello stato del Guanajuato - in queste ore si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli logistici della cerimonia dell'arrivo del Boeing 777 dell'Alitalia decollato stamani da Fiumicino dopo che il premier Monti ha salutato il pontefice. L'arrivo all'aeroporto internazionale Guanajuato a León (Messico), dopo circa 14 ore di volo, è previsto per le 16.30 locali (le 23.30, ora di Roma).

Da giorni, le autorità messicane hanno di fatto blindato l'area, schierando crca 13mila uomini dell'esercito, la polizia federale e locale. Per l'atterraggio del Papa è stata predisposta la chiusura dello spazio aereo: di fatto nessun aereo potrà sorvolare l'area da prima dell'atterraggio del volo. All'aeroporto Benedetto XVI sarà accolto tra gli altri dal presidente messicano Felipe Calderon, insieme alla consorte, e dal nunzio apostolico in Messico, il francese Christophe Pierre, che salirà sull'aereo per salutare il Pontefice. Ma a ricevere il Papa nel suo primo viaggio in Messico nei sette anni di pontificato ci saranno anche 3.500 fedeli e un gruppo musicale mariachi. Secondo il programma, il Papa dovrebbe assistere al breve spettacolo, tra i sei e i nove minuti, al quale parteciperà anche il balletto dell'Università di Guanajuato. Sia il Pontefice sia il Papa daranno un breve messaggio di saluto. Concluse le cerimonie di benvenuto, il Papa si trasferirà presso il Collegio della "Santisima Virgen de Miraflores", che lo ospiterà durante la visita nel paese e che dista 32,5 chilometri dallo scalo.

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