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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2012 alle ore 08:12.

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ROMA
Debutta da ministro a Cernobbio, al Forum di Confcommercio, e non nasconde alla platea di imprenditori l'auspicio di «rivederci ancora con questo cappello». Per Corrado Passera, titolare dello Sviluppo economico, l'appuntamento sul lago di Como è un'occasione perfetta per parlare di crescita con interlocutori che ben conosce visto il passato da banchiere. Uno dei temi che più stanno a cuore alla platea, il possibile aumento dell'Iva, è affrontato senza giri di parole. «Si è dovuto mettere l'Iva da un certo punto dell'anno in avanti – dice Passera –. Se si trovassero delle altre fonti strutturali per evitare questo sarebbe meglio. È quasi automatico, se non troviamo altre forme, ma c'è un impegno fondamentale da parte del governo e delle parti sociali per evitare che la clausola di salvaguardia venga applicata». Non c'è bisogno di particolari esercizi di fantasia per capire su quali leve il governo conta di agire: spending review, lotta all'evasione, ribasso dello spread, conseguente crescita, tutti fattori che potrebbero neutralizzare l'aumento dell'Iva. I margini potrebbero esserci, anche se il viceministro all'Economia Vittorio Grilli, davanti alla stessa platea di Cernobbio, usa una naturale cautela: «Dobbiamo vedere, ad oggi l'aumento dell'Iva è previsto. È chiaro che se abbiamo risultanze molto positive, possiamo evitarlo».
Tante le variabili da considerare nei prossimi mesi. Anche perché, aggiunge Passera, «è passata l'emergenza ma non è passata la crisi» e in questo contesto la politica di austerità del governo è stata preziosa, considerato che «riabbassare lo spread vale a regime quasi 40 miliardi nelle tasche dello Stato e delle imprese». Ma questo non vuol dire che l'Italia sia condannata al declino, sarà importante sommare interventi messi in campo mese dopo mese per riattivare lo sviluppo. Le liberalizzazioni hanno tagliato il traguardo, «una grande soddisfazione», e la riforma del lavoro arriverà in Parlamento con il governo deciso ad «essere molto convincente».
Su questa riforma, spiega il viceministro Grilli, non ci sono problemi di risorse né la si può mettere in collgamento con l'aumento dello spread dei titoli pubblici degli ultimi giorni, che è invece «una risalita generalizzata» che non riguarda solo l'Italia. Grilli, che plaude alla nomina di Vincenzo La Via a nuovo direttore generale del Tesoro («una persona eccellente»), difende a sua volta l'attenzione del governo alla disciplina fiscale, perché senza la promessa ai mercati del pareggio nel 2013 «non saremmo riusciti a raccogliere un euro sui mercati del debito pubblico».
Il viceministro lavora nel contempo alla spending review. Un processo che sta generando grandi aspettative ma dal quale, spiega il viceministro di via XX Settembre, «non dobbiamo aspettarci un taglio della spesa nell'ordine delle decine di miliardi di euro».
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