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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2012 alle ore 14:54.
Lo scrittore Antonio Tabucchi è morto stamattina a Lisbona dopo una malattia, all'età di 68 anni «a seguito di una lunga malattia», ha riferito il suo traduttore in francese, Bernard Comment. La notizia è stata confermata dalla casa editrice Feltrinelli. Tabucchi era nato a Pisa nel 1943. Lo scrittore è stato uno dei maggiori conoscitori e divulgatori dell'opera di Fernando Pessoa ed è divenuto noto al grande pubblico con "Sostiene Pereira".
I funerali si terranno giovedì nella capitale del Portogallo secondo Lusa. L'agenzia portoghese, che cita la moglie dello scrittore, Maria Josè Lancastre, riferisce anche che Tabucchi era ricoverato all'Hospital da Cruz Vermelha di Lisbona.
Docente di letteratura portoghese, iniziò l'attività di scrittore nel 1975 con il romanzo «Piazza d'Italia», cui fecero seguito varie raccolte di racconti («Il gioco del rovescio» del 1981 e «Piccoli equivoci senza importanza» del 1985). Il successo giunse con i romanzi «Requiem» del 1992 e soprattutto «Sostiene Pereira» del 1994, con cui vinse anche il premio Campiello. Il volume, pubblicato da Feltrinelli, è ambientato a Lisbona durante la dittatura di Salazar. L'impegno civile e l'alone di mistero che pervadono lo stile letterario di Tabucchi sono stati confermati nelle sue ultime opere importanti: «La testa perduta di Damasceno Monteiro» del 1996 e soprattutto il romanzo epistolare «Si sta facendo sempre più tardi» del 2001. Nel 2003 appare in libreria «Autobiografie altrui. Poetiche a posteriori», sette testi di poetica, per la maggior parte inediti o inediti in Italia. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo «L'oca al passo» (2006) e «Il tempo invecchia in fretta» (2009). L'ultima fatica letteraria è «racconti con figure» (2011).
A Lisbona, cittá natale della moglie, dove dal 1985 al 1987 era stato anche direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, viveva abitualmente per sei mesi l'anno, trascorrendo gli altri sei in Toscana, dove insegnava Letteratura all'universitá di Siena.
Riconoscimenti
I suoi libri sono tradotti in quaranta lingue. Alcuni dei suoi romanzi sono stati portati sullo schermo da registi italiani e stranieri (Roberto Faenza, Alain Corneau, Alain Tanner, Fernando Lopes) o sulla scena da rinomati registi teatrali (Giorgio Strehler e Didier Bezace fra gli altri). Ha ricevuto numerosi premi in Italia, fra cui il Pen Club Italiano, il Premio Campiello e il Premio Viareggio-Repaci; e prestigiosi riconoscimenti all'estero, fra cui il Prix Medicis Etranger, il Prix Europèen de la Litterature e il Prix Mediterranee in Francia; l'Aristeion in Grecia; il Nossack dell'Accademia Leibniz in Germania; l'Europaischer Staatspreis in Austria; il Premio Hidalgo e il premio per la libertà di opinione «Francisco Cerecedo» attribuito ogni anno dal Principe delle Asturie, in Spagna. È stato nominato «Chevalier des Arts et des Lettres» dalla Repubblica francese e ha ricevuto la decorazione dell'Ordine dell'Infante D. Henrique dal presidente della Repubblica portoghese.
È stato professore dell' Università di Siena ed ha insegnato in prestigiose Università straniere (Bard College di New York, Ecole de Hautes Etudes e Collège de France di Parigi). Ha collaborato con quotidiani italiani e stranieri («Corriere della Sera». «Unità», «Il manifesto», «Le Monde», «El Paìs», «Diario de Noticias», «La Jornada», «Allegemein Zeitung») e riviste quali «La Nouvelle Revue Francaise» e Lettre International». È membro fondatore dell'International Parliament of Writers. Dal 2000 è stato proposto dal Pen Club italiano all'Accademia di Svezia quale candidato italiano per il Nobel di letteratura.
«La scomparsa del grande scrittore italiano Antonio Tabucchi colpisce e addolora», afferma in una nota il vice presidente del Senato, Vannino Chiti.
Omaggio della Fondazione Pessoa
La Fondazione Fernando Pessoa renderà omaggio a Antonio Tabucchi il prossimo 2 aprile, ha annunciato la direttrice di "Casa Pessoa" Ines Pedrosa, ricordando che «il Portogallo gli deve molto». Tabucchi «era uno scrittore tanto italiano quanto portoghese, cui il Portogallo deve molto» ha detto Pedrosa. È stato, ha aggiunto la scrittrice portoghese, «un grande divulgatore dell'opera di Fernando Pessoa, che ha tradotto e sul quale ha scritto». Pedrosa ha citato «l'unico libro» scritto da Tabucchi in portoghese, "Requiem", che ha definito «una dichiarazione di amore al Portogallo, e in particolare a Lisbona, che era la patria di Fernando Pessoa».
Di Tabucchi la direttrice della Fondazione Pessoa ha detto all'agenzia Lusa che «sottolineava molto il carattere politico della letteratura, quale testimonianza che si oppone alla memoria breve dei mezzi di comunicazione». Pedrosa ha citato come esempio il "Damasceno Monteiro" di Tabucchi, «un'opera che non consente di dimenticare la dittatura e la tortura». «Citava spesso una frase: nella letteratura tutto ha a che vedere con tutto».
"Casa Pessoa" ha previsto per il 2 aprile dalle 10.30 del mattino una «maratona di lettura integrale di Requiem»: «gli scrittori continuano a vivere, ha detto Pedrosa, «finchè li leggiamo».
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