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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2012 alle ore 18:32.

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Bagnasco: investire e creare lavoro priorità assoluta. Più aiuto a famiglie, no a rendite di posizione (Ansa)Bagnasco: investire e creare lavoro priorità assoluta. Più aiuto a famiglie, no a rendite di posizione (Ansa)

«Con i provvedimenti adottati è stato portato al sicuro il Paese»: ora bisogna «azionare tutti gli strumenti e investire tutte le risorse» per creare lavoro, «priorità assoluta», perchè «bene sommo è la persona, e la persona che lavora». Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, durante la prolusione al consiglio permanente dei vescovi italiani, chiedendo che «si avvii la sospirata fase di ripresa».

Il cardinale ha sottolineato che bisogna «azionare tutti gli strumenti e investire tutte le risorse a disposizione - dello Stato, dell'imprenditoria, del credito, della società civile - per dare agli italiani, a cominciare dai giovani, la possibilità di lavorare: non solo per sopravvivere, ma per la loro dignità». Per avviare la ripresa, ha aggiunto il porporato, «l'approccio finanziario senza concreti e massicci piani industriali sarebbe di ben corto respiro. Solamente ciò che porta con sè lavoro, e perciò coinvolge testa e braccia del Paese reale, ridà sicurezza per il presente e apre al futuro».

«Dando per scontato purtroppo che la crisi non si risolverà né all'improvviso né troppo in fretta - ha proseguito Bagnasco - dobbiamo, insieme alle nostre abitudini, modificare il nostro modo di pensare. Solo una generale conversione di mentalità che comporti conseguenze vincolanti - ad esempio, sul fronte del fisco, di un reddito minimo, di un welfare partecipato, di un credito agibile, insomma di un civismo responsabile - può ricreare quel clima di fiducia che oggi sembra diradato o dissolto».

No a rendite di posizione
Il presidente della Cei ha detto anche che «nella realtà odierna nessuno può pensare di preservare automaticamente delle rendite di posizione». I vescovi italiani, ha precisato Bagnasco, chiedono al Governo di «tenere insieme equità e rigore». «Il modello economico perseguito lungo i decenni dal nostro Paese è stato ed è una prodigiosa combinazione tra famiglia, impresa, credito e comunità. È l'insieme che va reinterpretato e rilanciato, recuperando stima nelle imprese familiari e locali, a cominciare da quelle agricole e artigianali. Bisogna sapersi misurare con le mutazioni incalzanti che costringono ad un pensare nuovo. «Anche in questo tornante stretto della vicenda nazionale - ha ricordato il cardinale - sono state le famiglie a rivelarsi punto di forza che, nel momento del bisogno, hanno saputo spremere il meglio di sè e sorreggere l'intero sistema».

Non sacrificare la domenica all'economia
Per altro il cardinale Bagnasco ha sottolineato con forza «il valore intrinseco della domenica, giorno nel quale non solo ci si riposa dal
lavoro, ma la famiglia si ritrova insieme con ritmi più distesi, asseconda le proprie consuetudini e - se credente - partecipa con la comunità cristiana alla liturgia del Signore. «Per tali valenze antropologiche, la domenica non può essere sacrificata a ragioni economiche», ha ribadito.

Urge rinnovare i partiti
Il presidente dei vescovi ha fatto infine un richiamo alla politica, rilevando che «non durerà per sempre la stagione dell'emergenza che stiamo attraversando», per questo occorre «anche approfittarne per rinnovare i partiti, tutti i partiti, che non hanno alternativa se vogliono tornare, com'è fisiologico, ad essere via ordinaria della politica ed essere pronti, quando sarà, a riassumere direttamente nelle loro mani la guida del Paese». Per Bagnasco «sul contributo perdurante, e semmai intensificato, dei cattolici al difficile momento della nazione e dell'Europa non è dato di
dubitare». (M. Do.)

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