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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2012 alle ore 06:42.

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«Imparare il tedesco non è complicato come sembra. Studiatelo e venite in Germania a lavorare: vi offriamo buoni salari, formazione professionale in azienda, un posto sicuro». La terra di Angela Merkel non conosce laureati "milleuristi", come si dice in Spagna. Questo, più o meno, l'invito rivolto ai giovani della Catalogna da un dirigente della Camera di commercio tedesca intervistato dalla locale agenzia di stampa pubblica. Un invito analogo da un bucolico paesino del Baden-Württemberg ha scatenato un'ondata di richieste via mail.
La campagna per reclutare giovani "cervelli" (e non solo: insieme a medici, ingegneri, insegnanti, la Germania ha bisogno anche di tornitori e saldatori) si è intensificata negli ultimi tempi, battendo soprattutto i Paesi del Sud Europa più colpiti dalla crisi: Spagna, Portogallo, Grecia.
Un flusso migratorio forte si è messo in moto dai Piigs verso il cuore dell'Europa. Nel 2011 la differenza dello stock di immigrati registrati nell'anno in Germania è stato il più alto da un quinquennio, secondo Destatis (l'ufficio federale di statistica), attestandosi a 169.905 unità. A tanto ammonta lo stock di immigrati che si ottiene togliendo dagli arrivi le uscite e depurandoli da nascite, morti e naturalizzazioni.
L'anno precedente il saldo netto si fermava a 58.845. Un incremento di oltre centomila. Oltre che da Polonia e Ungheria, Paesi della nuova Europa per i quali a maggio scorso sono cadute le ultime barriere, aumenti consistenti si registrano proprio dagli Stati dell'euro-crisi. Nell'ordine: Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. L'Irlanda, di lingua inglese, segue altre rotte.
Se poi si guarda ai soli arrivi, i dati sono ancor più espliciti. Il record nell'Eurozona va alla Grecia, con l'84,4% in più nei primi sei mesi 2011 rispetto al primo semestre 2010. Seguono Spagna (49,1%), Irlanda (35,9% ma i numeri sono molto piccoli), Italia (22,4%), Portogallo (21,1). Certo, non tutti sono lavoratori in cerca di impiego ma anche famiglie al seguito e studenti. E in termini numerici i flussi dalla Polonia, osserva Thomas Liebig, della divisione Migrazione internazionale dell'Ocse, sono di gran lunga superiori a quelli del resto dell'Eurozona messi insieme. Tuttavia, la tendenza è netta. E continuerà. «Data la magnitudine della crisi mi sarei aspettato cifre maggiori - dice Liebig - ma nel prossimo futuro assisteremo a un ulteriore aumento».
Alla periferia del Continente si moltiplicheranno forse le attività di reclutamento. Il motore tedesco ha bisogno di lavoratori stranieri specializzati per tenere il passo con l'invecchiamento della popolazione: le previsioni stimano in mezzo milione le posizioni che verranno coperte ogni anno da oltreconfine dopo il 2015.
L'ufficio federale dell'impiego di Bonn ha da tempo un programma dedicato all'estero, in cooperazione con Eures, il servizio della commissione Ue per la "mobilità professionale". Ma, osservano all'Ufficio, «l'interesse è aumentato per via della pubblicità sui mass media». Le interviste, appunto, a organi di informazione dei Piigs (e non solo) nelle quali esponenti del mondo del lavoro e rappresentanti delle istituzioni invitano i giovani stranieri a provare il sistema tedesco dal vivo.
A soffiare sul fuoco della speranza ci vuol poco, del resto. Bastano le nude cifre. In Germania il tasso di senza lavoro tra gli under 24 è sotto l'8 per cento (nell'Eurozona va meglio solo l'Olanda) mentre in Spagna si sfiora il 48%, in Grecia pure, in Italia e Portogallo il 30 per cento. E il ministro del Lavoro, Ursula von der Leyen, di fronte agli scricchiolii della crescita con un quarto trimestre 2011 in lieve contrazione, a inizio anno si mostrava ottimista: «Non ci sono segnali di rallentamento del mercato del lavoro nel 2012».
La nuova migrazione dell'Eurozona, dunque, continuerà. Le avanguardie si stanno già posizionando: il Goethe Institute l'anno scorso ha visto un boom di iscrizioni. Chi non ha scuole a portata di mano si organizza come può. A Espera, paese di 4mila anime vicino a Cadice, un lungo reportage di Der Spiegel racconta che il sindaco ha offerto ai giovani un corso di tedesco. L'aula si è riempita di aspiranti emigrati, anche padri di famiglia. Come Antonio Rodriguez, 35 anni, una figlia di tre, disoccupato di lungo termine. Vive con un sussidio di 400 euro, ha girato l'intera costa in cerca di un posto qualsiasi. Inutilmente.
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