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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2012 alle ore 09:08.

È a una svolta l'inchiesta della Procura di Roma sui soldi della Margherita fatti sparire dall'ex tesoriere Luigi Lusi. Ieri il senatore ex Pd, accompagnato dal suo difensore, l'avvocato Luca Petrucci, è stato interrogato per quasi sei ore dai magistrati.
Un interrogatorio fiume durante il quale l'ex tesoriere, oltre che ammettere le proprie responsabilità per gli oltre 21 milioni del partito di cui è accusato di essersi appropriato, ha fornito agli inquirenti indicazioni utili all'inchiesta, levandosi anche qualche sassolino dalle scarpe nei confronti degli ex compagni della Margherita. «I dirigenti del partito sapevano tutto. Erano a conoscenza del fatto che utilizzavo i soldi della Margherita anche per me», ha ribadito Lusi davanti al procuratore capo Giuseppe Pignatone, all'aggiunto Alberto Caperna e al sostituto Stefano Pesci.
Ai quali l'ex tesoriere ha fornito anche spiegazioni dettagliate sui criteri in base ai quali, dopo che a fine 2007 la Margherita confluì nel Pd, venne deciso come i soldi del partito dovevano essere ripartiti tra le diverse correnti dei Dl. Dichiarazioni avvalorate dall'abbondante documentazione, anche contabile, contenuta nelle due voluminose borse che Lusi ha portato con sé per consegnarle ai pm e sulle quali ha fornito un dettagliato resoconto. Parole e atti che adesso saranno sottoposti dai magistrati a un vaglio meticoloso al fine di separare i fatti degni di approfondimento dal punto di vista penale dal gossip politico e dai veleni interni alla Margherita. I cui dirigenti, a partire da Francesco Rutelli, hanno sempre detto di essere stati all'oscuro delle modalità di gestione dei fondi del partito da parte di Lusi. «Ritengo del tutto illogico – dichiara l'avvocato dei Dl, Titta Madia – che il leader della Margherita sapessero e approvassero le ruberie a loro danno».
A più riprese, nei giorni scorsi, Lusi aveva lasciato intendere di avere una gran voglia di raccontare le cose che sa. «Da tempo avverto l'esigenza di un incontro pubblico – aveva detto la settimana scorsa - nel quale, pur non potendo, per il rispetto dovuto ai magistrati, affrontare il merito della vicenda, venga chiarito e rettificato tutto il possibile». Ieri lo ha fatto di persona, incontrando per la seconda volta i pm dopo l'interrogatorio del 17 gennaio, e ammettendo anzitutto i fatti a lui contestati.
A partire dai soldi del partito investiti negli immobili, sia quelli acquistati di persona che quelli comprati attraverso suoi parenti: la casa da 1,9 milioni in via Monferrato, nel centro di Roma, la villa da tre milioni di Genzano, quella di Ariccia intestata alla nipote e i cinque appartamenti ristrutturati a spese del partito a Capistrello, in provincia dell'Aquila. Per poi passare agli 1,6 milioni girati alla Luigia Ltd, la società canadese della moglie Giovanna Petricone, e agli altri soldi girati alla Filor Ltd, altra società canadese utilizzata per fare rientrare in Italia circa 2 milioni con lo scudo fiscale. Lusi ha indicato ai pm il percorso fatto dai soldi e i soggetti a cui erano destinati. Stesso discorso per i bonifici milionari su cui ancora erano in corso gli accertamenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza.
«Si è parlato di conti, solo di conti. Ho chiarito tutto, ora sono più sereno e sollevato», si è limitato a dire al termine dell'interrogatorio Lusi. Che, al suo arrivo in Procura, si era mostrato spavaldo. «Qualcun altro ha usato la mia carta di credito», ha risposto a chi gli chiedeva dei costosi pranzi nei migliori ristoranti, di Roma, aggiungendo di non avere mai passato informazioni al settimanale L'Espresso (che aveva rivelato di soldi della Margherita girati, lecitamente, al Centro per il futuro sostenibile, la fondazione di Francesco Rutelli) e che la controversa intervista a Servizio pubblico è stata registrata a sua insaputa.
LA VICENDA
Le accuse
- Il senatore Luigi Lusi, ex Pd e già tesoriere della Margherita, è indagato dalla procura di Roma con l'accusa di aver sottratto 18-20 i milioni di euro alle casse della Margherita, fondata da Francesco Rutelli, di cui è stato stretto collaboratore
- Lusi avrebbe versato 866mila euro al Centro per il futuro sostenibile, la fondazione presieduta dal leader Dl, tra il 2009 e il 2011, quando la Margherita aveva già chiuso i battenti e Rutelli aveva abbandonato il Pd per fondare l'Api. Vicenda smentita dall'ex sindaco di Roma
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