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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2012 alle ore 18:09.
Il turismo tiene, nonostante la crisi. Diminuiscono i consumi degli italiani, mentre cresce la spesa degli stranieri nel nostro Paese. E, soprattutto, si rafforza sempre di più il ruolo di internet come strumento di connessione tra strutture ricettive e ospiti, dalle prenotazioni online ai social network. È questo, in sintesi, lo scenario che emerge da Impresa Turismo 2012, il rapporto sul settore presentato oggi a Roma e realizzato da Isnart-Unioncamere.
La forza del web: il 41% dei turisti prenota online
Otto imprese turistiche su dieci sono attive sul web e circa il 48% del totale permette la prenotazione attraverso il booking online. Un terzo degli operatori è presente sui social network, quota in notevole aumento rispetto al 2010 (19,8%) con punte del 37,7% per gli hotel. Internet, inoltre, dà una spinta in più, visto che le imprese che consentono prenotazioni dal sito hanno ottenuto un'occupazione camere superiore, in media, del 10% rispetto alle altre. A testimoniare la forza del web è anche il dato relativo al comportamento dei turisti: il 41% della clientela presente nelle strutture ricettive italiane ha infatti utilizzato internet come modalità di organizzazione e/o prenotazione del soggiorno, in crescita rispetto al 35,2% dell'anno precedente.
Saldo stabile per le camere vendute, in calo i consumi
In generale, conferma il rapporto Unioncamere, il settore del turismo ha tenuto nel 2011, attenstandosi su un saldo stabile, con un -0,2% per le camere vendute ed una media pari al 43,8% per il tasso di occupazione. A reggere di più è stato il comparto alberghiero, cresciuto dell'1,5% con un tasso del 48,4%, mentre l'extralberghiero ha subito un calo del 2,3%, fermandosi al 37,6% per l'occupazione. Sul fronte dei consumi turistici, si registra invece una riduzione complessiva del 4,3%, spinta verso il basso dai turisti italiani, che hanno stretto la cinghia, spendendo il 14,4% in meno rispetto al 2010. Hanno consumato il 9,9% in più, invece, gli stranieri, con olandesi, francesi e statunitensi che hanno accresciuto la propria spesa media giornaliera, al contrario di tedeschi e inglesi.
Gnudi: il settore turistico dovrà riuscire a intercettare i nuovi flussi «Il settore turistico, nei prossimi anni, dovrà essere capace di adeguarsi per intercettare i nuovi flussi di turisti in arrivo. Paesi come Germania e Stati Uniti rappresentavano nel 2000 il 25% del turismo, ma fra 10 anni saranno al 7%, mentre la Cina salirà al 16%». A dirlo è stato il ministro al Turismo, agli Affari regionali e allo Sport, Piero Gnudi, intervenuto stamattina alla presentazione del rapporto, sottolineando come «il turismo abbia un grande impatto sul Pil, ma in questi anni è stato sempre un po' considerato come la Cenerentola delle attività economiche». Per Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere «per sfruttare appieno le potenzialità del territorio bisogna superare i nostri punti deboli», come «le infrastrtture, il sostegno alle nuove tecnologie, la riduzione del carico fiscale e la burocrazia».
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