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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 16:11.

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Un'intercettazione ambientale, una delle tante, fa esplodere l'ennesimo caso di doping nel ciclismo. Siamo nell'aprile del 2009, il nazionale Alessandro Ballan, vincitore del Giro delle Fiandre nel 2007 e campione del mondo in linea nel 2008 a Varese, si confronta con Guido Nigrelli, farmacista di Mariana Mantovana, al centro delle indagini della procura di Mantova. "Quante ne hai fatte intramuscolo? Questa qui è la quinta. L'epo, certamente come l'ho fatta io…". Fine dei giochi, cominciano i guai. Si è conclusa l'inchiesta che era partita quattro anni fa e che voleva fare luce sui traffici sotterranei di farmaci e sostanze illecite che avevano come base strategica di riferimento il negozio di Nigrelli, che allora collaborava con una certa continuità con il preparatore atletico della Lampre, Sergio Gelati. Sono 32 le persone per le quali il pm Antonio Condorelli ha chiesto il rinvio a giudizio per doping. Tra loro, 18 atleti, alcuni dei quali conosciutissimi dagli appassionati delle due ruote, come Damiano Cunego, Simone Ponzi, Marzio Bruseghin e, per l'appunto, Alessandro Ballan.

La squadra nell'occhio del ciclone è la Lampre, team tra i più titolati del circuito pro World Tour. L'accusa, per i suoi vertici, che rispondono ai nomi di Giuseppe Saronni (il general manager, due volte primo al traguardo del Giro d'Italia, quasi un'istituzione per il ciclismo italiano), Maurizio Piovani e Fabrizio Bontempi (i due direttori sportivi, anch'essi ex grandi delle due ruote di qualche anno fa) è di quelle pesanti: «Per avere in concorso fra loro, procurato, somministrato o comunque favorito l'utilizzo di farmaci dopanti, non giustificati da condizioni patologiche e idonei a modificare le condizioni psicofisiche e biologiche dell'organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti della Lampre». Rischiano grosso. Potrebbero chiudere qui la loro carriera se venisse provato il loro coinvolgimento. E pure di più, c'è il penale.

Discorso simile può essere applicato ai corridori interessati dal provvedimento del magistrato. Anche qui, il confronto si muove su un doppio binario: processo sportivo e penale. Ballan e gli ex compagni di squadra (perché molti di loro nel frattempo hanno cambiato team o si sono ritirati) dovranno rispondere di ricettazione, per aver acquistato, somministrato o ricevuto farmaci dopanti. Il campione del mondo 2008 sarà inoltre chiamato a difendersi dall'accusa di autoemotrasfusione, pratica che consente un arricchimento del sangue e quindi migliori prestazioni.

Ciucciotto, uovo, culatello con la cordina, flaconcini topogigio. Secondo le informazioni finora raccolte dal pm Condorelli, gli imputati chiamavano i farmaci dopanti in modi diversi, al limite del ridicolo e del farsesco, per timore, guarda un po', di intercettazioni che avrebbero potuto smascherarli. Così è stato. Il mondo del ciclismo trema, perché già in deficit di credibilità per i tanti fatti degli anni scorsi potrebbe affondare in seguito ad un processo che si preannuncia tra i più rumorosi ed importanti della storia di questo sport. La prima udienza si terrà entro i prossimi tre mesi. La data verrà resa nota a breve dal giudice dell'udienza preliminare.

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