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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 11:29.

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Sì del Senato alla fiducia posta dal governo al dl semplificazioni. I voti a favore sono stati 246, i contrari 33, gli astenuti 2. Adesso il decreto dovrà tornare alla Camera, in terza lettura, per l'approvazione definitiva prima del 9 aprile. Al Senato, infatti, il voto di fiducia coincide con il via libera al provvedimento.

Pdl: bene, ma si può fare di più
Il decreto semplificazioni è un importante aiuto alla sburocratizzazione che aiuterà la competitività del Paese, ma su questo percorso «si possono fare dei passi in più» in successivi provvedimenti, ha detto nell'aula del Senato Filippo Saltamartini, annunciando il voto favorevole del Pdl. Saltamertini ha ricordato che il peso della burocrazia è, secondo gli studiosi, di «oltre due punti sul Pil», e il decreto va quindi nella giusta direzione. Il senatore del Pdl si è quindi rivolto direttamente al ministro della Funzione pubblica, Patroni Griffi, affinché «nel cammino diretto alla semplificazione della Pubblica Amministrazione» ci sia una «revisione critica» del nostro diritto amministrativo che «deve indirizzarsi verso il diritto amministrativo europeo» e al sistema inglese.

Pd, sì alla fiducia. Ignazio Marino non partecipa al voto per protesta
Il Partito democratico voterà sì alla fiducia sul decreto legge sulle semplificazioni in Aula al Senato. L'obiettivo non è «stabilire chi prevale fra potere esecutivo e potere legislativo, chi ha più o meno consenso, ma quello di trovare un equilibrio e rimettere in sesto il Paese», ha detto il senatore Mauro Maria Marino intervenendo in Aula a Palazzo Madama. Il provvedimento punta a «riportare l'Italia a livelli di competitività accettabili». Certo, non nasconde l'esponente democratico, «alcune parti erano migliorabili». Una su tutte, quella che riguarda i fondi per i ricercatori under 40. Ignazio Marino, senatore Pd e presidente della comitato di indagine sul servizio sanitario nazionale, ha confermato il suo no alla fiducia, come preannunciato ieri per protesta contro «l'affossamento della ricerca e delle opportunità per i giovani di restare in Italia» da parte del Governo Monti. Non parteciperà al voto «e se non sfilerò sotto il banco a dire ad alta voce il mio no è solo per rispetto che nutro per il presidente e per il Governo. Ma il mio no a questa legge è politico, forte e chiaro».

Lega, complica la vita delle famiglie
«Se questo esecutivo non avesse dato prova della sua vocazione oligarchica ci sarebbe da stupirsi di un decreto che ha il solo scopo di complicare la vita dei cittadini», ha detto nell'aula del Senato Lorenzo Bodega, annunciando il «no» della Lega alla fiducia sul decreto semplificazioni. Quella di oggi, ha detto il senatore del Carroccio, «è l'ennesima fiducia motivata solo da fumose esigenze suscitate dalla crisi, una crisi a cui il governo contribuisce con i suoi provvedimenti sconsiderati e dilettanteschi».

No dell'Idv, sì del terzo Polo e di Coesione nazionale
L'idv ha annunciato il suo no al decreto con il senatore Francesco Pardi, mentre Coesiona nazionale e il Terzo polo (Api-Fli) sono per il sì.

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