Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 06:40.

My24


NEW YORK. Dal nostro corrispondente
La terza e ultima seduta di ieri della Corte Suprema per discutere della riforma sanitaria di Barack Obama si è chiusa con alcune domande che dovrebbero far scendere un brivido lungo la schiena dell'amministrazione e dei democratici: «Mi chiedo com'è possibile mantenere la validità di una legge quando la si priva della sua componente centrale», si è domandato il giudice Antonin Scalia, uno dei più conservatori in questa Corte Suprema formata da 9 giudici, che già martedì aveva fatto capire di non considerare costituzionale la direttiva che imponeva una multa a tutti coloro che non avessero sottoscritto la polizza assicurativa sanitaria prevista dall'Obamacare.
L'interpretazione è semplice: se la multa (o la tassa) sarà considerata anticostituzionale, l'intero progetto di legge e non solo quella componente dovrà essere abrogato. E il fatto che Scalia e un paio di altri giudici conservatori abbiamo fatto domande alquanto aggressive lascia presumere che la maggioranza dei cinque giudici conservatori accoglierà il ricorso contro l'Obamacare. Oggi dunque sulla carta c'è una vittoria dei 26 stati che hanno fatto ricorso. Ma la sentenza finale ci sarà a giugno. E visto che si tratta di uno dei più complessi e potenzialmente esplosivi casi e degli ultimi decenni, anche sul piano sociale e politico, chissà che non ci sia poi un colpo di scena, il passaggio di uno dei giudici della destra all'altro campo ad esempio.
Intanto però i fatti non sono incoraggianti per il futuro dei 47 milioni di americani che avrebbero dovuto avere l'assicurazione garantita (a loro spese ovviamente). Lunedì si discuteva dell'opportunità di avviare questo processo visto che una legge del 1867 impedisce di far ricorso contro una tassa prima che questa sia stata imposta e incassata. La tesi dell'amministrazione è che la penale contro chi non sottoscrive la tassa non è una multa, ma una tassa. «Non ho visto da nessuna parte nel progetto di legge la menzione del termine tassa, si è sempre parlato di multa, dunque dovremmo dedurre che non si tratta di una tassa». Posizione questa condivisa da Scalia e da Sam Alito. Il primo ostacolo dunque, la validità del processo su una base tecnica, sembra superato per i 26 stati.
Il secondo punto riguardava la costituzionalità di un ordine che di fatto imponeva ai cittadini di sottoscrivere una polizza, imponeva dunque di sottoscrivere una transazione commerciale, cosa che potrebbe essere considerata anticostituzionale: «Se approviamo questa, domani potremmo chiedere di comprare broccoli al mercato», ha osservato sarcastico Scalia martedì. Se questa parte della legge, centrale perché rende coercitiva la sottoscrizione di una polizza di assicurazione, dovesse decadere, rischia di decadere l'intero progetto. Gli esperti ritengono che la maggioranza a favore dell'abrogazione sia a portata di mano. Con conseguenze straordinarie sul piano politico, elettorale, e giuridico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi