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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 06:40.

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Il popolo cattolico lo acclama, «Benedicto, Benedicto», quando la papamobile entra nella Plaza de la Revolucion dell'Avana, per presiedere la sua messa più importante a Cuba. Nell'ultimo giorno del lungo viaggio Benedetto XVI ha incontrato alla nunziatura Fidel Castro - incontro annunciato dallo stesso lìder maximo via internet ma tenuto in forse fino all'ultimo - ha chiesto più libertà per Cuba. Ha ribadito il no all'embargo e prima di risalire sull'aereo per Roma ha salutato i cubani con un «hasta siempre, Cuba. Che Dio benedica il tuo futuro».
Nell'incontro con Fidel, durato mezz'ora e definito «cordiale» dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, Castro ha ringraziato il pontefice per le beatificazioni di Madre Teresa, benefattrice di Cuba, e di Giovanni Paolo II, e gli ha chiesto spiegazioni sui cambiamenti nella liturgia della Chiesa e sul ruolo del Pontefice.
Ma è il simbolismo a dare la rappresentazione plastica della missione del Papa. La Plaza è il luogo usato molte volte da Fidel per rivolgersi alle folle oceaniche nell'anniversario della Rivoluzione del 1959 che cade il 26 luglio. Sulla piazza si erge un monumento di oltre cento metri dedicato a José Martì, eroe dell'indipendenza di Cuba dalla Spagna, e vi si affaccia una gigantesca riproduzione stilizzata di Ernesto Che Guevara con il suo motto «Hasta la victoria siempre». La piazza può contenere fino a 600mila persone e il Governo cubano ha sancito la chiusura degli uffici pubblici per favorire la partecipazione alla cerimonia.
La Chiesa, ha detto il Pontefice, «deve contare sull'essenziale libertà religiosa, che consiste nel poter proclamare e celebrare anche pubblicamente la fede. È da riconoscere con gioia - ha proseguito - che a Cuba sono stati fatti passi affinché la Chiesa compia la sua ineludibile missione di annunciare pubblicamente ed apertamente la sua fede. Tuttavia - ha aggiunto - è necessario proseguire e desidero incoraggiare le autorità governative della nazione a rafforzare quanto già raggiunto e a proseguire in questo cammino di genuino servizio al bene comune di tutta la società cubana».
Secondo Ratzinger, il diritto alla libertà religiosa, sia nella sua dimensione spirituale sia in quella comunitaria, «manifesta l'unità della persona umana che è, nel medesimo tempo, cittadino e credente». Inoltre, «legittima anche che i credenti offrano un contributo all'edificazione della società». Per il Papa «quando la Chiesa mette in risalto questo diritto, non sta reclamando alcun privilegio», ma «pretende solo di essere fedele al mandato del suo divino Fondatore, cosciente che dove Cristo si rende presente, l'uomo cresce in umanità e trova la sua consistenza».
«È da sperare - ha concluso Benedetto XVI - che presto giunga anche qui il momento in cui la Chiesa possa portare nei vari campi del sapere i benefici della missione che il suo Signore le ha affidato e che non può mai trascurare».
Ma anche messaggi forti più politici: «Cuba e il mondo hanno bisogno di cambiamenti, ma questi ci saranno solo se ognuno è nella condizione di interrogarsi sulla verità e si decide a intraprendere il cammino dell'amore, seminando riconciliazione e fraternità». Al termine della messa in Plaza de la Revolucion, all'Avana, il presidente cubano Raul Castro è salito sull'altare per salutare Benedetto XVI. Castro ha lungamente stretto le mani al Pontefice e ha scambiato con lui alcune battute. Poi qualche accenno all'embargo Usa: citando le difficoltà della popolazione il Papa ha parlato di una situazione generale che si «aggrava quando misure economiche restrittive imposte dal di fuori del paese» incidono negativamente sulla popolazione. Posizione questa che rispecchia quella della Chiesa cattolica da molti anni.
La polizia, inoltre, ha impedito al dissidente cubano Oswaldo Paya, responsabile del movimento cristiano Liberacion, di partecipare alla messa che Benedetto XVI stava celebrando nella Plaza de la Revolucion. Lo ha riferito Sky Tg24 secondo cui a Paya, già Premio Sakharov per i diritti umani e candidato al Premio Nobel per la pace, è stato intimato da ieri sera di non andare alla messa. Due giorni fa il Papa aveva sollevato con Raul Castro anche il tema dei diritti umani in base alle richieste che sono pervenute in Vaticano, ha reso noto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, precisando che «di tali petizioni si è parlato sia nel colloquio privato tra Papa e presidente cubano sia nella riunione delle due delegazioni».
Ca.Mar.
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QUATTORDICI ANNI DOPO GIOVANNI PAOLO II

Momento clou
Non era nel programma iniziale, ma è stato senz'altro il momento più atteso della visita di Benedetto XVI a Cuba, conclusa ieri: il colloquio con Fidel Castro alla nunziatura, durato mezz'ora e definito «molto cordiale» dal portavoce vaticano
I temi del faccia a faccia
Il lider maximo ha ringraziato il pontefice per le beatificazioni di Madre Teresa e Giovanni Paolo II, quindi ha chiesto di spiegargli i cambiamenti della liturgia e che cosa fa un Papa. Infine la conversazione ha toccato i massimi sistemi: scienza, uomo, libertà

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