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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2012 alle ore 09:15.
COPENHAGEN - La crisi è tutt'altro che alle spalle, come mostrano le tensioni sulla Spagna e l'andamento dello spread tra Btp e Bund, risalito a 332 punti base. Prudenza dunque. Non esiste un nuovo caso Italia - assicura il vice ministro all'Economia, Vittorio Grilli, in una pausa dell'Ecofin informale in corso a Copenhagen - ma i mercati «e non solo i mercati ci stanno osservando». Per questo occorre proseguire nel consolidamento di bilancio e nelle riforme strutturali. Il nostro compito, e in particolare quello dell'Italia, è di dimostrare «impegno e capacità di raggiungere i risultati prefissati». In poche parole, tutti in Europa «abbiamo qualcosa da fare per stabilizzare il quadro della finanza pubblica e avviare un percorso stabile di sviluppo. Si tratti della Spagna come del Portogallo, della Grecia o dell'Italia: ognuno - aggiunge Grilli - deve continuare a fare «le cose buone che, riteniamo, stiamo facendo». Chiaro il riferimento alle riforme già varate dal Governo, in primis le pensioni, e a quelle in via di definizione come quella, contrastata, sul mercato del lavoro.
Quanto alla Spagna, alle prese con la nuova manovra finanziaria da 27 miliardi messa a punto dal Governo, c'è preoccupazione tra i ministri finanziari per gli effetti sulla situazione complessiva dell'Eurozona. In tale contesto il Governo italiano saluta comunque con favore l'accordo sul rafforzamento del Fondo salva-Stati, che Grilli qualifica come «un risultato importante. In ogni caso occorre tenere conto che non si tratta di uno strumento di brevissimo periodo, ma farà parte dell'architettura dell'Eurozona da qui a 20-30 anni».
Tuttavia non è esattamente la soluzione caldeggiata dall'Italia, favorevole a un rafforzamento dell'Esm fino ai 940 miliardi di euro, quando ora, scontando gli aiuti già disposti, si scende a 500 miliardi effettivamente impegnabili. E probabilmente la definizione del nuovo firewall non è neanche la soluzione attesa dai mercati. Ma i meccanismi decisionali in Europa sono questi, e bisogna tenerne conto. «È stato un percorso lungo e difficile - conferma Grilli - e le posizioni hanno dovuto convergere». In ogni caso, l'Esm costituirà - come segnala la dichiarazione dei ministri - il principale strumento per finanziare nuovi programmi di assistenza a partire dalla metà del 2013.
Il vero tema è la crescita, soprattutto per quel che riguarda il nostro Paese, alle prese con una contrazione del Pil di almeno l'1 per cento. Problema - ricorda Grilli - che «è stato nella nostra agenda e continua ad esserlo. Quando si parla di riforme strutturali è questo che abbiamo in mente». La manovra «salva-Italia» del dicembre scorso punta a stabilizzare il percorso di rientro dal deficit e a garantire il pareggio di bilancio nel 2013. Quando al contrario parliamo di riforme strutturali - aggiunge il vice ministro dell'Economia - ci riferiamo appunto all'aspetto decisivo della crescita. È l'azione più importante da mettere in campo», in un contesto che - come riconoscono un po' tutti i ministri finanziari - «resta fragile».
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