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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2012 alle ore 09:14.

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Le politiche per la crescita sono per noi una «necessità assoluta». La priorità è lo sviluppo e l'occupazione, tenendo conto delle situazioni «socialmente difficili e critiche che si vanno determinando, ma non esitando a proseguire sul cammino delle riforme e di una politica di necessaria severità fiscale».
Nel corso della breve conferenza stampa congiunta con il presidente della Bulgaria, Rosen Plevneliev, in visita di Stato in Italia, Giorgio Napolitano (che è in costante contatto con il premier Monti in viaggio in Asia) è tornato a porre l'accento sull'indifferibilità delle riforme in cantiere, a partire da quella sul mercato del lavoro. L'invito a tener conto delle situazioni sociali di maggiore criticità riguarda sia la riforma delle pensioni sia quella del lavoro. È vero - come ha più volte osservato in questi giorni - che la riforma approvata «salvo intese» dal Consiglio dei ministri non si esaurisce certo con le modifiche all'articolo 18. Al tempo stesso è difficile negare che le misure annunciate dal governo sui licenziamenti per motivi economici stiano creando obiettivi motivi di ansia e disagio sociale. Napolitano è in attesa di visionare il testo del disegno di legge, che verrà messo a punto al ritorno del presidente del Consiglio, Mario Monti dalla lunga missione in Asia, dunque non prima dell'inizio della prossima settimana. Al momento si limita a ribadire che la priorità resta per noi la crescita, senza distrazioni sul fronte del rigore e della «severità fiscale».

«La crisi - osserva - rende il cammino europeo più arduo e difficile ma anche necessario e senza alternative». Piena sintonia di vedute con il presidente bulgaro sulla necessità di «completare l'integrazione dei paesi balcanici nelle strutture Euroatlantiche». Far parte della Nato serve a salvaguardare «i valori democratici e civili», mentre far parte della Ue significa avere «una responsabilità verso i partner esterni, i cittadini propri e quelli europei». Pieno il sostegno dell'Italia alla richiesta della Bulgaria di ingresso nel sistema di Schengen «perché ha realizzato le condizioni richieste».
È innegabile che la crisi economica e finanziaria resti molto complessa per l'intera Unione Europea. L'Italia - ribadisce il presidente della Repubblica - ha dato il suo contributo «ad una scelta giusta come quella del fiscal compact, un accordo internazionale che ci consentirà di consolidare la stabilità e di avere uno sviluppo su basi sane e durature».
Al tempo stesso proprio la crisi che si è abbattuta sull'eurozona rende sempre più urgente e necessario il cammino dell'integrazione europea. Le riforme «importanti e pesanti» adottate dal governo italiano - ha commentato il presidente bulgaro - «hanno fatto riconquistare la fiducia internazionale ed hanno avuto enormi ripercussioni sul nostro Paese. Ci aiuteranno ad affrontare le nostre sfide».

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