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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2012 alle ore 08:16.


ROMA.
La prossima settimana i vertici della Margherita saranno ascoltati come testi dai pm di Roma che indagano sull'ex tesoriere, il senatore Luigi Lusi, accusato di essersi appropriato di 21,6 milioni del partito. A Piazzale Clodio sfileranno Francesco Rutelli, il presidente dell'Assemblea federale dei Dl, Enzo Bianco, e il presidente del Comitato di Tesoreria, Gianpiero Bocci. I magistrati intendono sentirli su alcuni passaggi dell'ultimo interrogatorio di Lusi ritenuti non attendibili. A cominciare dal presunto mandato fiduciario ad «investire la liquidità della Margherita» che Lusi avrebbe ricevuto, non si sa bene da chi, per passare al compenso che gli sarebbe spettato per il lavoro svolto, per finire con il patto di spartizione dei fondi dei Dl («60% ai Popolari e 40% ai rutelliani»). Tutti fatti già ampiamente smentiti dai vertici del partito confluito a fine 2007 nel Pd. Gli avvocati della Margherita, Titta Madia e Alessandro Diddi, consegneranno presto ai pm un nuovo estratto della consulenza di Kpmg sui conti del partito per dimostrare l'infondatezza delle logiche spartitorie indicate da Lusi.
I pm Alberto Caperna e Stefano Pesci intendono interrogare tutti i beneficiari di prestiti effettuati con soldi della Margherita indicati da Lusi, a partire dalla moglie Giovanna Petricone, anche lei indagata. Giovedì è invece in programma l'udienza al Tribunale del Riesame sulla richiesta di dissequestro dei beni di Lusi e dei suoi familiari. I difensori dell'ex tesoriere, Luca Petrucci e Renato Archidiacono, rinunceranno all'istanza. Anche i familiari del senatore potrebbero fare lo stesso. Intanto Madia ribadisce il disinteresse per la proposta avanzata da Lusi di cedere ai Dl le quote sociali della Luigia Ltd, la holding canadese che controlla le società italiane intestatarie dei beni dell'ex tesoriere. «Non è un atto di generosità – sottolinea il legale – né di pentimento, perché i beni di Lusi sono sotto sequestro e prima o dopo arriveranno alla Margherita». In realtà una parte degli ex Dl riterrebbe opportuno accettare la proposta del senatore, una soluzione che permetterebbe di entrare subito nel possesso delle somme e dei beni accumulati da Lusi senza dovere attendere le lungaggini del processo.
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