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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2012 alle ore 17:52.

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Romolo Girardelli, nato a Genova nel 1959, per la Procura di Reggio Calabria, che lo scrive espressamente, è il procacciatore di grandi affari a favore dell'imprenditore Stefano Bonet, di Francesco Belsito, ex sottosegretario di Stato alla Semplificazione amministrativa e tesoriere della Lega Nord e dell'avvocato Bruno Mafrici (tutti indagati, a vario titolo, per reati che vanno dalla truffa al finanziamento illecito dei partiti).

Con loro Girardelli – scrivono sempre i pm - è legato anche da compartecipazioni societarie e rapporti di natura professionale.
Ma Romolo, detto l'"ammiraglio", non è un personaggio qualsiasi. Per la Procura è l'uomo che ha rapporti (come emerse già in un procedimento penale del 2002) con gli uomini di vertice della cosca De Stefano che a Reggio Calabria, ieri come oggi, detta legge. I rapporti consolidati nel tempo toccano le figure di Paolo Martino e Antonio Vittorio Canale.

Secondo l'accusa Girardelli avrebbe compiuto, in associazione con gli altri indagati, sofisticate operazioni bancarie di esterovestizione e filtrazione in modo da ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa delle risorse. E questa operazione – che potrebbe profilarsi secondo l'ipotesi accusatoria come un'attività di riciclaggio – sarebbe stata compiuta, dal solo Girardelli, proprio per agevolare la cosca De Stefano.

Sulla base delle investigazioni la Procura Di Reggio Calabria si convince del ruolo fondamentale di Girardelli e così il 9 settembre 2011 mette il suo cellulare sotto controllo e, di lì a poco, giunge ad una conclusione clamorosa: "Girardelli va considerato espressione di Francesco Belsito: attraverso il figlio Alex Girardelli l'ammiraglio è socio di Belsito". E per chi credesse che i rapporti tra il tesoriere della Lega Nord e l'uomo, secondo gli inquirenti, vicinissimo alla cosca De Stefano fossero occasionali, un'altra intercettazione del 23 dicembre 2011, quando Belsito era sottosegretario, toglie alla Procura ogni dubbio: i due litigano furiosamente al telefono e si insultano reciprocamente. Ad un certo punto però Girardelli esterna la sua rabbia "per il comportamento tenuto da Belsito in questi dieci anni di collaborazione".

La sensazione – nettissima – è che a breve ci saranno sviluppi proprio sul ruolo centrale di Girardelli. Infatti, a pagina 43, testualmente, il Gip di Reggio Calabria Francesco Petrone scrive che: "…..il suo ruolo non è secondario, anzi, basta attenzionare quanto emerge dalla conversazione captata il 29 agosto 2011 tra Bruno Mafrici e Francesco Belsito per capirne il peso, allorquando i due si lamentano della prepotenza nella gestione degli affari da parte del Girardelli, che pretende il 50% e che da questa somma lo stesso non paga nulla mentre il Belsito è costretto a pagare le tasse (emissione di fatture per schermare le operazioni)".

E poco più in la, a pagina 49, il Gip scrive che "appare necessario approfondire il circuito relazionale di Romolo Girardelli, attesa la dimostrata vicinanza di questi a soggetti posti al vertice della storica cosca di ‘ndrangheta denominata De Stefano e alla sua provata specializzazione nelle attività di negoziazione, sconto ovvero monetizzazione di strumenti finanziari atipici di illecita provenienza. Ampiamente accertata, ai fini che ci occupano in questa sede, appare la presenza di un gruppo di soggetti, variamente inseriti in contesti imprenditoriali, professionali e istituzionali – in cui operano Stefano Bonet, Paolo Scala, Francesco Belsito e Bruno Mafrici . dipendenti o collegati alla figura del Giradelli".

Aggiornamento del 4 novembre 2021: Il 28 dicembre 2017, il Gip di Genova, su conforme richiesta della Procura ha archiviato il procedimento nei confronti di Bruno Mafrici.

robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

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