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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2012 alle ore 06:40.

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Qualcosa si muove in Russia, in attesa dell'insediamento di Vladimir Putin in maggio e probabilmente di una nuova fiammata di proteste. Il seme lasciato da quelle che hanno portato i russi in piazza nei mesi scorsi ha iniziato a dare frutto: ieri Dmitrij Medvedev ha firmato in legge, durante un incontro con i leader di 40 piccoli partiti, una riforma del sistema elettorale che darà la possibilità di registrarsi anche ai gruppi minori, rendendo più credibile la competizione. Ma nelle elezioni locali il cambiamento si sta già facendo sentire: domenica scorsa un candidato indipendente, sostenuto dall'opposizione, ha battuto il candidato del Cremlino nella gara per il posto di sindaco nella città millenaria di Yaroslavl, a metà strada tra Mosca e Pietroburgo.
È già la seconda volta che questo avviene nel giro di pochi giorni, raccogliendo il messaggio lanciato all'ultima manifestazione del 10 marzo scorso: farsi conoscere nelle città e nei villaggi russi al di fuori di Mosca lavorando porta a porta, cortile per cortile, indebolendo il monopolio sul potere di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Meno visibile e più silenziosa, è la seconda fase in cui è sfociato il movimento, e sta ridando vigore agli attivisti là dove si temeva il ritorno all'apatia.
A Yaroslavl il successo di Evghenij Urlashov - al ritmo del 70% dei voti - ha ancor più significato perché il nuovo sindaco faceva parte di Russia Unita, a settembre si è unito all'opposizione e ha cavalcato le preoccupazioni dei cittadini sui problemi più concreti, compresa la rabbia contro la corruzione. E per Russia Unita si è ripetuta la disfatta annunciata alle parlamentari di dicembre, con i peggiori risultati proprio a Yaroslavl: «La gente chiede un soffio di aria fresca», ha detto Urlashov proclamando vittoria.
«Russia Unita è un partito in punto di morte», ha detto ancora. Prima che a Yaroslavl, quello che l'opposizione chiama "il partito dei ladri e dei truffatori" aveva subìto una sconfitta pesante a Togliatti, a Sud-Est di Mosca: eppure la regione è sede di Avtovaz, il gigante dell'auto russa sostenuto con tutte le forze da Putin contro la crisi. Qui, in marzo, l'indipendente Serghej Andreev ha battuto il candidato di Russia Unita con il sostegno di Mikhail Prokhorov, l'oligarca divenuto uno dei punti di riferimento dei dissidenti. I prossimi obiettivi sono altre elezioni regionali, e più avanti i posti di governatori a Mosca e Pietroburgo. «La strada per il Cremlino passa da Yaroslavl», ha scritto ieri sul suo blog uno dei leader dell'opposizione, Vladimir Milov.
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