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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2012 alle ore 06:39.

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LONDRA. Dal nostro corrispondente
La lenta dissolvenza a cui James Murdoch, 39 anni, sembrava essere destinato lascia il posto a un'accelerazione inattesa. Ieri il rampollo di Rupert, l'editore dei Due Mondi che piegò Fleet Street per dare vita a un colosso del publishing eternamente illuminato dal sole, diffuso com'è da Australia a Usa, da India a Europa, ha lasciato la presa sul pezzo più delicato dell'ingranaggio mediatico. La notizia delle dimissioni dalla presidenza di BSkyB, la più potente pay tv del gruppo con dieci milioni di abbonati, non è giunta inattesa, ma forse in anticipo rispetto alla tabella di marcia.
A giorni, infatti, dovrà uscire il rapporto della Commissione parlamentare che interrogò i Murdoch, padre e figlio, sullo scandalo del News of The World, il settimanale del gruppo che diede vita a un complesso sistema di spionaggio ai telefoni di star, politici e personaggi alla ribalta della cronaca. Un rapporto che inchioderà James a responsabilità pesanti associando il suo nome al network "spionistico" realizzato dalla testata oggi soppressa, ma utilizzato anche da altri giornali della società editoriale. È legittimo credere che il giudizio dei parlamentari sarà molto più pesante del previsto se James Murdoch ha preferito allontanarsi dall'ultima significativa posizione che occupava in Gran Bretagna. Lo ha lasciato intendere egli stesso con poche battute di conferma, diffuse quando la notizia dell'addio stava circolando. «Sono consapevole - ha detto - che il mio ruolo di presidente possa trasformarsi in parafulmine ai danni di BSkyB. Credo che le mie dimissioni possano evitare che ci siano errate assimilazioni con i fatti che riguardano società diverse». In altre parole temeva l'estendersi dell'onta che macchia i quotidiani alla televisione. Ha giocato d'anticipo, ma ha impresso un'accelerazione evidente agli eventi se si pensa che all'inzio dell'anno James Murdoch era non solo alla guida di BskyB, ma anche di News International (NI), braccio britannico di NewsCorp, la holding globale.
In febbraio se ne è andato da NI, ora replica il gesto mettendo sempre più acqua, salata come quella dell'oceano Atlantico, fra sè stesso e Londra. James Murdoch resta vice chief operating officer di NewsCorp, ruolo che lo radica negli Usa dove segue prevalentemente le attività televisive. Al suo posto è stato nominato Nicolas Ferguson, attuale vice presidente di BSkyB, mentre sulla poltrona di vice è stato issato Tom Mockridge, ex numero uno di Sky Italia chiamato alla gestione di News International dopo l'addio di Rebekah Brooks e dello stesso James Murdoch.
Il figlio di Rupert mantiene, per ora, un posto non executive nel board della pay tv di cui detiene il 39% esercitando un'influenza assoluta avendo sempre avuto, di fatto, la gestione operativa. Con un occhio continuerà, quindi, a controllare il destino di un'emittente che, nonostante le cautele espresse da James Murdoch ieri, è già stata scossa dallo scandalo sulle intercettazioni di News of The World.

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