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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2012 alle ore 06:39.
Ritrovare la crescita, facendo perno sulla forza del settore manifatturiero, per rilanciare la competitività del paese. Se ne è discusso ieri a Vicenza, nella riunione del Club dei 15, organismo che riunisce le associazioni territoriali di Confindustria con il più alto tasso di industria manifatturiera tra i propri associati.
Nella riunione di ieri c'era un invitato d'eccezione, Giorgio Squinzi, designato a diventare il prossimo presidente di Confindustria, al posto di Emma Marcegaglia. Tre ore di discussione: «un incontro bellissimo», ha detto Squinzi alla fine della riunione che si è tenuta all'associazione degli industriali di Vicenza. «Abbiamo parlato dei temi veri della competitività delle nostre imprese». Inevitabilmente anche del lavoro. E proprio in merito alla riforma appena messa a punto dal governo, Squinzi, interpellato poi a margine di un incontro a Milano, si è dichiarato «totalmente in linea» con quanto espresso dalla Marcegaglia.
È la crescita, secondo il vice presidente di Confindustria per l'Europa e numero uno della Mapei, l'obiettivo da raggiungere per l'Italia e per arrivare a questo traguardo secondo Squinzi bisogna «mettere l'impresa manifatturiera al centro, perché solo dal manifatturiero può ripartire il progresso».
Crescere per aumentare i posti di lavoro: «La disoccupazione record è il vero problema», ha insistito. Sulla riforma del mercato del lavoro, che la Confindustria ieri ha bocciato non è entrato nei dettagli: più volte in questi giorni ha sottolineato che fino alla sua elezione, il 24 maggio, è la Marcegaglia a rappresentare la confederazione e a definire le scelte. Si è soffermato, invece, sui problemi di competitività delle imprese e del paese, discutendone con gli imprenditori del Club dei 15. «Ho avuto dai colleghi tante idee e suggerimenti che cercherò di tradurre in azioni nel mio programma». Ed ha ribadito un suo atteggiamento di fondo, favorevole al dialogo.
Nessuna indiscrezione, però, né sui contenuti delle sue priorità da presidente, né sulla squadra. Né, trovandosi a Vicenza, nel cuore del Veneto, sul peso che potrà avere quest'area nel futuro vertice confindustriale. «Il Nord-Est è importantissimo», si è limitato a rispondere. Più nel dettaglio, su questo punto, è intervenuto il presidente degli industriali di Treviso, Alessandro Vardanega: «Non si è parlato del supporto del Veneto alla prossima squadra, ma credo che alla Regione venga riconosciuto, per il contributo che dà a livello paese», confermando comunque che non è sua intenzione avere incarichi nella Confindustria nazionale, per l'impegno preso con gli industriali di Treviso «di guidarli per altri due anni».
Squadra e programma dovranno essere presentati e votati nella giunta del 19 aprile. Per Squinzi il dialogo deve prevalere anche dentro la Confindustria: «Sono dialogante per natura, però sono anche uno che ha le sue idee e quindi va per la sua strada». Comunque, ha aggiunto, «non c'è nessuna spaccatura». La scorsa settimana Squinzi si era incontrato con Alberto Bombassei, l'altro candidato alla corsa alla presidenza (nella giunta del 22 marzo Squinzi ha ottenuto 93 voti contro gli 82 di Bombassei). Interpellato su un possibile nuovo incontro con Squinzi, ieri Bombassei ha risposto: «Di sicuro».
N. P.