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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2012 alle ore 08:12.

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MILANO
È ancora presto per sapere se si tratta di una vera inversione di tendenza, ma nel mese di marzo il numero di finanziamento richiesto dalle imprese italiane - secondo i numeri forniti dal Crif - ha fatto registrare un valore positivo: +5% rispetto allo stesso mese del 2011, considerando il dato a parità di giorni lavorativi.
Secondo i numeri del Barometro Crif sulla domanda del credito, che utilizza per i propri riscontri un database di oltre 8 milioni di posizioni creditizie attribuite ad utenti business, è comunque presto per capire se effettivamente le imprese hanno reiniziato a investire, sia perché la base di confronto - marzo 2011 - aveva fatto segnare uno stallo della domanda rispetto al medesimo mese del 2010, sia perché la domanda era risultata negativa, rispetto all'anno precedente, sia nel mese di gennaio sia in quello di febbraio 2012 (si veda il grafico pubblicato in alto a destra). Analizzando invece la domanda aggregata nei primi tre mesi del 2012, si nota come essa risulti in crescita, seppur lieve, rispetto al corrispondente trimestre 2011 (+0,4%) e 2010 (+0,5%). Netto invece il calo rispetto al 2009: -8%.
Nei dati per singola regione si nota che la domanda di credito ha picchi di crescita a doppia cifra in Sardegna, Liguria, Calabria, Molise e Valle d'Aosta, a fronte di cali consistenti nel Lazio (-6%), in Sicilia (-5%) e nelle Marche (-5%). Infine, l'importo medio dei prestiti richiesti da parte delle imprese nei primi tre mesi del 2012 ha fatto registrare un incremento del 9% rispetto al 2011, assestandosi a 41.975 euro rispetto a 38.008.
«Anche durante questa fase caratterizzata da una pesante incertezza circa i tempi e la consistenza della ripresa economica, le imprese italiane hanno dimostrato grande concretezza e reattività - ha commentato Enrico Lodi, direttore generale Credit Bureau Services di Crif - anche grazie alla dimensione medio-piccola e alla elevata flessibilità che le caratterizza. D'altro canto, le imprese migliori non hanno mai smesso di investire, con particolare attenzione alla ottimizzazione dei processi, proprio per poter cogliere al meglio le opportunità di una eventuale ripresa. Mentre la tendenza a richiedere prestiti con importi più consistenti potrebbe rappresentare una conferma della preoccupazione rispetto al timore di un credit crunch».
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