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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2012 alle ore 08:12.

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ROMA
Mario Monti vola a Beirut e al termine dell'incontro con il premier libanese Nagib Mikati assicura la continuità dell'impegno italiano nel contingente Unifil, da gennaio di nuovo sotto il comando italiano affidato al generale Paolo Serra. «Non vi saranno riduzioni nel prossimo futuro del numero dei nostri soldati», che ammonta a 1.100 unità.
Dopo il Libano, le tappe del primo viaggio in Medio Oriente del presidente del Consiglio prevedono il trasferimento in Israele, dove Monti ha in programma incontri a Gerusalemme con il presidente Shimon Peres e con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Poi a Ramallah con il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas e con il primo ministro Salam Fayyad. Infine la tappa in Egitto. A Mikati Monti ha ribadito il «forte apprezzamento» dell'Italia per il rispetto da parte libanese delle risoluzioni delle Nazioni Unite, in particolare per quel che riguarda l'Unifil e il Tribunale speciale per il Libano. L'Italia - ha sostenuto il presidente del Consiglio - continuerà a contare «sull'appoggio del governo libanese per garantire al sud il contesto di sicurezza necessario ad evitare attentati terroristici, come quelli che hanno riguardato l'anno scorso i contingenti italiano e francese». Al centro dei colloqui la crisi siriana, e l'Italia - ha osservato Monti - sostiene a pieno il piano in sei punti di Kofi Annan, l'inviato speciale dell'Onu. Si punta alla cessazione delle violenze, «all'accesso umanitario e all'avvio di un processo politico». Piano la cui attuazione prevede che entro il 10 aprile il regime di Bashar Assad disponga il ritiro completo dei militari dalle città siriane».
L'esempio viene proprio dal Libano che ha saputo realizzare «in uno scenario complesso, un esempio di convivenza costruttiva e pacata tra diverse religioni e culture». Ruolo che il Libano ha svolto «già prima dell'inizio della primavera araba». Quanto ai rapporti bilaterali, si è discusso anche della formazione di un «joint business council» con la partecipazione della Camera di Commercio di Beirut. Relazioni che Monti definisce «già eccellenti», e che il premier libanese invita a incrementare, facendo leva sulle «visioni comuni tra i due paesi in tutti i settori economici, politici e culturali». «Confidiamo in una soluzione transattiva della controversia tra Enel ed Elecricité du Liban», osserva Monti. Contenzioso sviluppatosi attorno ai lavori di manutenzione eseguiti alcuni anni fa dal gruppo italiano sugli impianti della società libanese.
Nel pomeriggio la visita alla base di Shamaa, quartier generale del contingente italiano in Unifil. Monti ribadisce «l'impegno e la credibilità conquistati dai militari italiani nelle missioni di pace nel mondo». Un esempio tangibile di quel che il nostro paese è in grado di fare «quando agisce con unità ed entusiasmo». Occorre lavorare perchè si riesca a superare le nostre divisioni interne. E proprio l'impegno assunto nelle missioni internazionali può costituire un terreno propizio di convergenze anche in chiave interna. «Una parte di questo impegno consiste nel costruire la piena credibilità italiana in Europa e nel mondo. Esiste una connessione tra la credibilità conquistata nel peacekeeping e la credibilità sul terreno economico». I soldati italiani dell'Unifil contribuiscono «in modo significativo alla quotazione dell'aggettivo italiano nel mondo».
Il via libera di due giorni fa da parte del Consiglio dei ministri alla legge delega sulla Difesa va inteso come un segnale in direzione dell'«efficienza ed efficacia pur razionalizzando i costi. Ci troviamo in una fase delicata per la sicurezza e la stabilità dell'area della missione».
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QUATTRO GIORNI DI INCONTRI

Bilaterali ad alto livello
Durerà quattro giorni la missione in Medio Oriente del premier Mario Monti. Dopo la tappa di ieri in Libano, oggi e domani il premier sarà in Israele e nei Territori palestinesi. In agenda una serie di bilaterali ad alto livello, che vanno dall'incontro con il presidente Shimon Peres, a quello con il primo ministro, Benjamin Netanyahu
A Ramallah, nei Territori palestinesi, Monti vedrà il presidente dell'Anp, Abu Mazen, e il primo ministro nonché ministro delle Finanze, Salam Fayyad
Il 9 e 10 aprile Monti sarà infine in Egitto, dove vedrà il premier Kamal al-Ganzouri e il capo della giunta militare al potere, Hussein Tantawi

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