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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2012 alle ore 20:37.

Il conto alla rovescia è iniziato. «Bisogna approvare la riforma del lavoro in tempi stretti» avverte Benedetto Della Vedova, deputato di Futuro e libertà. Che a Il Sole 24 Ore.com rivela: «Avrei preferito che, sui licenziamenti di tipo economico, si mantenesse la formula dell'indennizzo al posto del reintegro. Una parte delle forze politiche, Pd in prima fila, hanno ceduto a resistenze corporative promosse dai sindacati. Anche con questa correzione - riconosce però il politico - questo Ddl rappresenta una riforma vera, un testo bilanciato. Si è affrontato un tabù». È importante che nell'iter parlamentare i contenuti del Ddl non subiscano uno stravolgimento: «bisogna evitare di applicare la logica del carciofo - spiega il deputato Fli - : se ognuno toglie una foglia, alla fine non rimane nulla o poco. Non corriamo il rischio di sminuire il ruolo del Parlamento».
Ciò non significa che non possanno essere adottare alcune modifiche, finalizzate a migliorare il pacchetto. «Sul piano della flessibilità in entrata, sul costo dei contratti a tempo determinato e sulla stretta sulle partite Iva sarebbe ragionevole introdurre una gradualità nell'entrata a regime delle nuove regole», riconosce Della Vedova. Per non dimenticare del nodo dei servizi per l'impiego, ancora a efficienza abbastanza contenuta. «In questo caso - ricorda il deputato di Futuro e libertà - c'è l'ostacolo del ruolo centrale delle Regioni: si potrebbe promuovere una normativa nazionale, capace di individuare dei target di qualità».
La riforma Monti-Fornero prevede un riordino degli ammortizzatori sociali. Della Vedova è a favore «di un sostegno al reddito di tipo universalistico. Su questo mi auguro che non ci siano correzioni», dice. Quanto al nodo degli esodati - quei lavoratori che prima del varo della riforma delle pensioni hanno sottoscritto accordi individuali o collettivi di mobilità o uscita incentivata dall'azienda e che, maturando quest'anno i requisiti di pensionamento, si trovano senza più lavoro né pensione - «non credo che la questione possa trovare in questo Ddl una soluzione».
C'è infine l'allarme delle imprese sull'aumento del costo del lavoro a seguito delle soluzioni adottate sul piano della flessibilità in entrata. «L'istanza - conclude Della Vedova - è da ascoltare e valutare: sulla flessibilità in uscita si sono fatti passi in avanti. È chiaro che in prospettiva ci deve essere la possibilità di diminuire il costo del lavoro. Le condizioni per la diminuzione della pressione fiscale e contributiva non ci sono ancora».
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