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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2012 alle ore 06:41.

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Tassiamo di più i milionari perché ormai pagano meno della classe media, ha chiesto ieri il presidente Barack Obama alla nazione: l'ha suggerito addirittura Warren Buffett, l'uomo più ricco d'America dopo Bill Gates. Sceso in campo in Florida per un atteso intervento elettorale, il presidente Usa ha rilanciato ieri uno dei cavalli di battaglia della sua piattaforma politica con un chiaro attacco al ricco rivale repubblicano Mitt Romney, un milionario che verrebbe colpito in prima persona dalla cosiddetta Buffett Rule.
La "regola di Buffett" potrebbe infatti essere ribattezzata "regola di Romney": il mormone esemplifica agli occhi di Obama l'iniquità del sistema fiscale americano dove un multimilionario come Romney paga un'aliquota media del 13,9% su un reddito di 21 milioni di dollari; e dove il multimiliardario Warren Buffett paga in tasse una percentuale del reddito inferiore a quella della sua segretaria. «Il crescente divario tra i ricchi e i poveri rappresenta un ostacolo alla crescita economica», ha detto ieri il presidente Usa in un discorso alla Florida Atlantic University.

Obama ha proposto un'aliquota media minima del 30% per tutti i redditi superiori al milione di dollari. Oggi i 217mila cittadini americani con un reddito superiore al milione sono soggetti a un'aliquota marginale del 35% ma pagano mediamente il 24,1% in tasse grazie a una serie di detrazioni e il vantaggio di un'aliquota del 15% sulle plusvalenze in conto capitale. I 400 fortunati con più di 110 milioni di reddito pagano una percentuale ancor più bassa, il 18%, la stessa che colpisce mediamente chi guadagna 200mila dollari all'anno. Uno studio della Casa Bianca rivela addirittura che nel 2009 1.470 milionari non hanno pagato nemmeno un centesimo.
Obama è ben conscio che la regola Buffett non rappresenta la formula magica per risanare le finanze pubbliche. Il fisco Usa rastrellerebbe solo 47 miliardi di dollari in più nell'arco di dieci anni, meno dell'1% dei 6.400 miliardi di dollari di deficit cumulativi previsti nella prossima decade. Ma la regola Buffett rappresenta una formidabile arma politica contro il partito repubblicano e le sue insistenti richieste di abbassare le imposte anche sui redditi più alti in un periodo di crisi fiscale e di crescente disuguaglianza dei redditi.

Negli ultimi 50 anni la pressione fiscale sullo 0,1% dei più ricchi contribuenti d'America è scesa del 50% mentre per la classe media è rimasta costante o è addirittura salita lievemente. Nel frattempo la distribuzione del reddito è diventata molto più ineguale, e infatti oggi il 20% dei contribuenti guadagna la metà del reddito nazionale.
La regola Buffett proposta da Obama verrà sottoposta al voto del Senato lunedì prossimo, in concomitanza con la data entro cui i contribuenti americani dovranno presentare le loro dichiarazioni dei redditi, senza alcuna possibilità di essere approvata grazie all'opposizione repubblicana. Un'altra occasione per consentire a Obama di accusare i repubblicani di difendere ciecamente gli interessi dei ricchi.

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