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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 08:06.
C'è anche la famosa scuola Bosina della moglie di Bossi tra i beneficiari delle ultime edizioni della cosiddetta legge «mancia»: in tutto l'istituto privato che forma i bambini di Varese «dalle materne alle medie» ideato dalla maestra elementare Emanuela Marrone in Bossi ha ricevuto un milione e 120mila euro in due 'tranche' (800mila e 320mila) nel 2010. Un finanziamento superiore anche a quanto denunciato nei giorni scorsi dalla leghista Rosi Mauro, vicepresidente del Senato, che aveva parlato di almeno 800mila euro arrivati grazie alla 'scorciatoia' di questo strumento che garantisce soldi sicuri per piccole opere 'segnalate' come bisognose di aiuti da deputati e senatori.
Grazie alla legge «mancia», ideata da Tremonti nel 2003 per evitare l'assedio dei parlamentari alla finanziaria, dalla fine del 2005 sono piovuti sui collegi dei parlamentari la bellezza di 500 milioni che in mille rivoli e per somme a volte anche di poche migliaia di euro ‐ da qui l'epiteto di 'mancia' ‐ hanno finanziato di tutto, nella massima discrezionalità e con controlli minimi. Tanti soldi a cui si devono aggiungere altri 150 milioni ‐ per quest'anno e per il 2013 ‐ scovati in extremis grazie a un emendamento del leghista Massimo Garavaglia all'ultima legge di stabilità licenziata dall'ex maggioranza negli ultimi giorni del Governo Berlusconi. Fondi, questi, che ora imbarazzano molti nei partiti tanto che accanto all'ipotesi di far slittare la ripartizione avanza anche quella di cancellare del tutto questa piccola 'manna dal cielo' che negli anni ha fatto tanto comodo a molti parlamentari, soprattutto a quelli che magari oltre al seggio in Parlamento conservano la poltrona di sindaco o presidente di Provincia. I soldi sono stati impiegati per il rifacimento di strade e fognature, per il restyling di monumenti, per asili e cimiteri, musei e istituzioni. Diversi anche gli interventi in favore di chiese, oratori e parrocchie e anche strutture colpite dal sisma dell'Aquila. Ma accanto a interventi sicuramente lodevoli, anche se sempre dicrezionali con sponsor parlamentare, spuntano decine e centinaia di migliaia di euro per associazioni musicali e sportive, feste locali e sagre e fondazioni sconosciute baciate da preziosi elargizioni. Qualche esempio? Dalla prima edizione del festival del design in Brianza a cui sono arrivati 160mila euro alla manifestazione «Autunno in Val d'Angrogna» che ne ha incassati 10mila o a quella «Celts to Rome» (65mila euro), dall'aereo club Olbia della Costa Smeralda che ha ricevuto 100mila euro per l'adeguamento della scuola volo ai 500mila euro spesi per il restauro del cinema Astor di Albenga ai 60mila per il recupero del sistema museale Fausto Coppi di Alessandria e ai 41mila e 40 euro per comprare un'autovettura ai carabinieri di Genzano. E così via.
Negli anni questi fondi a pioggia ‐ ripartiti non con una 'legge', ma attraverso una risoluzione bipartisan delle commissioni Bilancio di Camera e Senato poi recepita con un decreto dell'Economia ‐ hanno finanziato centinaia di mirco-interventi: a fine 2005 sono 846 i beneficiari (per 222 milioni), 208 nel maggio 2007 (per 17 milioni). Dopo una breve 'pausa' ‐ il Governo Prodi aveva abolito la legge «mancia» ‐ ecco tornare i fondi per un importo di 265 milioni ripartito, secondo i dati della Ragioneria generale dello Stato, in questo modo: 103,982 milioni per 597 interventi nel febbraio 2010, 108,969 milioni per 574 micro iniziative nel giugno dopo e 494 a fine ottobre per 50 milioni. Più altri 'spiccioli' (4,3 e 2,6 milioni) tra maggio e ottobre dell'anno scorso.
«La legge mancia è una colossale porcheria, è grave che il governo Monti l'abbia mantenuta in vita», ha detto ieri Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo Idv alla Camera che promette di non partecipare allo «sperpero» del denaro pubblico» destinando la propria «quota» alla «riduzione del debito pubblico». Che faranno ora gli altri partiti?
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