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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 21:54.

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Undici volte i fondi neri creati attraverso il San Raffaele: tanto avrebbero sottratto alla Fondazione Maugeri Pierangelo Daccò e Antonio Simone, arrestati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano.

I pubblici ministeri Luigi Orsi, Antonio Pastore, Laura Pedio e Gaetano Ruta contestano agli indagati la sottrazione di 56 milioni di euro tra il 2004 e il 2011 che sarebbero stati suddivisi tra Daccò e Simone, anche se il gip Vincenzo Tutinelli ha ritenuto sufficienti gli indizi di colpevolezza per l'emissione dell'ordinanza di arresto solo per 30 milioni di fondi neri.

La fondazione Maugeri, stando alla ricostruzione della procura, avrebbe creato fondi neri per 56 milioni di euro a partire dal 2004, grazie a quella che un investigatore definisce «una lavatrice di società estere».

In particolare, dal 2004 al 2009 sarebbero stati creati 30 milioni di fondi neri, gli altri 26 milioni tra il 2009 e il 2011. Decisive per lo sviluppo delle indagini le dichiarazioni di Giancarlo Grenci, fiduciario svizzero indagato nell'ambito dell'inchiesta sul San Raffaele. Oltre ai sei arrestati, ci sono anche cinque indagati, tra i quali l'ex direttore amministrativo del San Raffaele, Mario Valsecchi.

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