Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2012 alle ore 17:52.

My24

NEW YORK. Dal nostro corrispondente. Un primo risultato dal G-8 dei ministri degli Esteri a Washington ieri alle Nazioni Unite: il Consiglio di Sicurezza ha approvato l'invio entro 24 ore di 30 osservatori che avranno l'incarico di monitorare il cessate il fuoco mediato dall'ex segretario dell'Onu Kofi Annan. È una svolta molto importante, sia per la credibilità delle istituzioni multilaterali – Russia e Cina questa volta hanno aderito dopo aver esercitato ben due volte in passato il loro diritto di veto su altre risoluzioni contro la Siria - sia per la situazione sul campo. All'interno del Paese, dove il pericolo di massacri della popolazione civile è costante, e all'esterno, dove le ricadute della guerra civile siriana si sono sentite in termini di flussi insostenibili di rifugiati.

Si calcola che almeno un milione e mezzo di profughi si siano rifugiati in Paesi vicini, in Turchia, ma anche in Giordania: «Un classico esempio di come le efferatezze in violazione dei diritti umani compiute in un Paese abbiano ricadute su altri Paesi», aveva detto giovedì a Washington il ministro degli Esteri Giulio Terzi subito dopo le riunioni del G8 in cui si chiedeva al Consiglio di Sicurezza di prendere adeguate misure nei confronti della crisi siriana.
Terzi ieri sera ha espresso soddisfazione per la risoluzione che nel suo testo condanna «la crescente violazione dei diritti umani da parte delle autorità siriane e abusi di diritti umani da parte di gruppi armati ricordando che tutti coloro coinvolti saranno considerati responsabili». L'ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vitalij Churkin ha tuttavia voluto precisare che vi sono «limiti a quel che la Russia potrà accettare se nuove misure contro la Siria dovessero violare la sovranità del Paese». Una dovuta annotazione diplomatica dopo aver ceduto sul fronte più importante, quello che ha visto il primo passaggio di una risoluzione sulla Siria dopo 13 mesi di guerra civile e di efferatezze compiute dalla forze siriane sotto il controllo del presidente Bashar Assad.

Ora si tratterà di vedere come questo possa essere replicato in modo efficace su due altri fronti caldi internazionali, in Corea del Nord, dove la tensione sale dopo il fallimento del lancio del razzo che avrebbe dovuto mettere in orbita un satellite e in Iran, dove il regime continua a perseguire il suo disegno per la costruzione di un arsenale nucleare nonostante ripetuti avvertimenti da parte della comunità internazionale. In Corea del Nord in particolare si teme che l'esplosione del razzo pochi minuti dopo il decollo avrà conseguenze su più fronti. Ci si attende l'arresto e forse l'esecuzione di alcuni degli scienziati e dei militari che avevano lavorato al progetto. Ma la Corea del Nord con le sue azioni questa volta ha anche provocato la Cina e dunque i margini di manovra per un regime che opera ormai isolato e fuori del tempo si faranno sempre più stretti. Intanto Ahmad Fawzi, il portavoce di Kofi Annan, ha confermato che i 30 osservatori erano già pronti a partire dopo la risoluzione. In queste ore potrebbero essere già in viaggio.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi