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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2012 alle ore 08:13.

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ROMA
I dati negativi sulla produzione industriale «erano attesi». «Ed è questo il motivo per cui bisogna accelerare gli sforzi per uscire dalla recessione, abbiamo il vento contro ma modificare la direzione della nave è doveroso e possibile». Gli sforzi in questione sono un complesso di interventi che, sintetizza il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, devono avere come obiettivo comune la riduzione del disagio occupazionale. Facilitando ad esempio la creazione di nuove imprese: di qui il provvedimento "Start up Italia" che potrebbe arrivare al traguardo entro l'estate, probabilmente sotto forma di decreto legge.
Passera ne ha parlato ieri nel corso dell'incontro organizzato a Roma dall'università Luiss su "Fare impresa non è più un'impresa: il piano high-tech che fa crescere l'Italia nel mondo". Il ministero dello Sviluppo ha avviato una task force di dodici esperti di imprese innovative e venture capital coordinati da Alessandro Fusacchia, consigliere di Passera per gli affari europei e i giovani, il merito e l'innovazione. Lunedì si svolgerà la prima riunione del gruppo di lavoro che formulerà un pacchetto di proposte da tradurre in un provvedimento che dovrà essere coordinato con le altre iniziative in cantiere al dicastero di via Veneto: agenda digitale, riforma degli incentivi alle imprese, accesso al credito, rilancio delle politiche per l'internazionalizzazione.
Il menù dedicato alle "start up" si comporrà di semplificazioni amministrative e burocratiche, incentivi fiscali, misure di sostegno all'internazionalizzazione delle aziende più innovative. Tra le ipotesi in campo, anche la detassazione delle operazioni di investimento così come delle operazioni di fusione e acquisizione che hanno come target le start up italiane.
Il primo compito della task force sarà quello di definire nel dettaglio i confini del campo di azione: quando si è in presenza di una vera start up? Innovatività del business proposto e proiezioni di crescita in un arco pluriennale saranno i principali criteri ma, precisa Passera, gli interventi non si limiteranno alle start up legate alla web economy. «Meritano altrettanta considerazione – dice il ministro – le start up del settore biotech, quelle legate a temi energetici-ambientali, le start up sociali e quelle legate all'industria culturale». Gli esperti chiamati a raccolta da Passera si confronteranno anche con le idee di "Italia Startup", una piattaforma indipendente che nasce dall'aggregazione di soggetti privati già operativi nel campo dell'innovazione, del digitale e dell'imprenditoria.
In pratica, il settore sul quale intende spingere l'"Italian business & investment initiative" i cui risultati sono stati presentati ieri alla Luiss. Cinquanta under 35, grazie a borse di studio, hanno elaborato negli Stati Uniti idee innovative da reimportare in Italia. Al convegno, oltre a Passera, sono intervenuti i ministri Francesco Profumo (Istruzione università e ricerca), Giulio Terzi (esteri) e Piero Gnudi (Turismo, Sport e Affari regionali), l'ambasciatore Usa David Thorne e un'ampia rappresentanza di top manager e imprenditori. Tra questi anche il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che non ha evitato una stoccata a Passera sull'annullamento del "beauty contest" per le frequenze tv: «Ma quale start up? Se ci fanno poi lo stop down? Avevamo le frequenze che avevamo comprato e poi ce le portano via».
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