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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2012 alle ore 08:16.

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MILANO
La Lega tenta di voltare pagina dopo lo scandalo dell'utilizzo illecito dei rimborsi elettorali. Ma dietro le quinte si prepara lo scontro finale tra bossiani e maroniani. «La pulizia è finita? Diciamo quasi finita. Ora diamo vita alla fase 2: agire secondo le nuove regole, poi fare cose concrete, fare politica» ha detto Roberto Maroni, all'indomani della decisione del Consiglio federale della Lega Nord di espellere Francesco Belsito e Rosi Mauro, e che per tutto il giorno hanno alimentato "l'orgoglio padano". «Basta piangersi addosso - ha esortato il leader, già indicato come possibile nuovo segretario federale del Carroccio - Ora si riparte».
Confermata inoltre la volontà di anticipare il congresso all'inizio dell'estate, senza aspettare l'autunno. Congresso che nel Carroccio non era stato più fatto da dieci anni. È lo stesso Maroni a confermare che l'evento tanto atteso sarà organizzato il 30 giugno a Milano. «Dopo dieci anni è un fatto storico. Si riparte».
Maroni in questa fase si occupa di tenere le redini del partito insieme a Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago. Il triumvirato svolgerà i compiti di segreteria fino al congresso, quando verrà scelto il nuovo leader. Si parla già di rinnovamento sia a livello nazionale (con Maroni in testa, appunto) che a livello regionale, partendo proprio dalle due roccaforti leghiste, la Lombardia e il Veneto, dove sarebbero i maroniani ad avere da subito la meglio, dicono le indiscrezioni politiche. In Lombardia il nome più gettonato per la leadership territoriale è quello di Matteo Salvini, mentre per il Veneto si parla del presidente regionale Luca Zaia e del sindaco di Verona Flavio Tosi.
Dietro le quinte tuttavia, più che di pulizie si parla di vere e proprie espulsioni. Ieri è stata chiesta la testa di Monica Rizzi, assessore allo Sport in Regione Lombardia, riconosciuta bossiana. In un primo momento sembrava che a chiedere le sue dimissioni fossero gli stessi vertici della Lega dentro il Pirellone, poi in serata è stato chiarito da alcuni rappresentanti del partito che l'iniziativa sarebbe stata presa dalla segreteria del Carroccio della Val Camonica. Ma si tratta di un dettaglio. L'aspetto importante è il clima che si respira dentro la Lega: da una parte, sopra il sipario, un partito che vuole tornare a parlare ai militanti storici e a ricompattare la "base"; dall'altra, nelle riunioni a porte chiuse della sede storica di Via Bellerio, rimane la voglia di una resa dei conti.
Per quanto riguarda la Rizzi la richiesta dovrebbe essere formalizzata lunedì in un incontro in programma; nel caso in cui la leghista non volesse fare un passo indietro, sarebbe già pronta la revoca delle deleghe. Per la Rizzi, ritenuta vicina a Renzo Bossi e a tutta la famiglia dell'ex senatùr, è stato un anno complicato: indagata dalla Procura di Brescia per uso illecito di dossier per favorire la candidatura di Renzo (ora dimessosi da consigliere lombardo), deve adesso prendere politicamente le distanze dal sistema di mala gestione dei fondi del partito, affidati all'ex tesoriere Francesco Belsito, anche lui di area bossiana. «Io non corro dietro al gossip», ha commentato rapidamente l'assessore dopo le indiscrezioni su una sua possibile espulsione.
Rosi Mauro invece non sembra intenzionata a dimettersi da vicepresidente del Senato, pur essendo stata espulsa dal partito. Il Popolo Viola ha consegnato 11.220 firme, girate alla mail della presidenza del Senato, di cittadini italiani che chiedono le sue dimissioni.
Infine ieri il beau geste di Giampaolo Dozzo, presidente della Lega alla Camera dei deputati. Sulla scia del "fare pulizia" ha dichiarato ieri che «la Lega Nord rinuncia all'ultima tranche dei rimborsi elettorali e chiede a tutti i partiti di fare lo stesso devolvendo la cifra alle Ong» (si veda articolo a pagina 19).
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LA RESA DEI CONTI

Mauro e Belsito
Dopo un drammatico scontro e nonostante le sue resistenze, il consiglio federale della Lega ha espulso giovedì Rosi Mauro, bossiana di ferro e sospettata di aver beneficiato dei fondi leghisti a fini personali. Mauro resta al momento vicepresidente del Senato. Fuori dal Carroccio anche l'ex tesoriere Francesco Belsito, indagato per appropriazione indebita e truffa per la gestione dei rimborsi elettorali della Lega. Graziato invece Renzo Bossi che aveva rimesso il suo mandato di consigliere regionale lombardo
Rizzi in bilico
Lo scontro tra bossiani e maroniani ha portato alla richiesta di rimozione di Monica Rizzi, assessore allo Sport in Regione Lombardia, ritenuta vicina a Renzo Bossi e a tutta la famiglia dell'ex senatùr. La Rizzi è già stata indagata dalla Procura di Brescia per uso illecito di dossier per favorire la candidatura di Renzo

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