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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2012 alle ore 08:16.

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«È chiaro che le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a ogni livello». Esattamente due anni fa – il 14 aprile 2010 – la Lega Nord di Umberto Bossi era al suo zenith storico. E all'indomani di un'affermazione netta al voto amministrativo – simboleggiata dalla scalata di Roberto Cota al vertice della Regione Piemonte e di Luca Zaia in Veneto – il "senatur" non aveva timore di rifare un po' il verso a Piero Fassino («Abbiamo una banca») cinque anni dopo la fallita scalata di Unipol a Bnl. Bossi poteva perfino far finta di dimenticare tutti gli "errori di gioventù" del Carroccio in campo creditizio.
Il più eclatante era legato alla parabola di Banca Credieuronord. L'istituto era nato a Milano alla fine degli anni '90, ma già nel 2003 era in sostanziale dissesto. Al capezzale fu dapprima chiamata la Popolare di Milano, ma alla fine intervenne la Popolare Italiana di Gianpiero Fiorani, essa stessa alla vigilia di un clamoroso capitombolo. A fine 2006, comunque, il tribunale di Milano condannò tre ex manager Credieuronord scagionando però leader del partito inizialmente coinvolti, come Giancarlo Giorgetti e Stefano Stefani.
I veri flop della "giovane Lega" a cavallo fra politica e credito erano però stati altri. Nel '94 la stessa Popolare di Milano - cooperativa con oltre 100mila soci nel cuore della Padania - era sotto assedio per la prima di una serie di crisi legate anche al ruolo egemone di alcune migliaia di dipendenti-soci sindacalizzati. Bastavano davvero poche migliaia di soci non dipendenti (tra le "partite Iva" lombarde) per conquistare in assemblea una delle prime dieci banche italiane. Ma la Lega - in modo non del tutto atteso - rimase alla finestra. Presumibilmente iniziò allora una stagione di "contiguità" fra Lega e Bpm, culminata nella presidenza, appena conclusa traumaticamente, di Massimo Ponzellini. L'ex assistente di Romano Prodi è stato partecipante fisso, ultimamente, della rituale "cena degli ossi" in Cadore, con Bossi e il super-ministro Giulio Tremonti. E a quest'ultimo è stato presumibilmente fatale anche il dirigismo personale recitato in campo bancario: ai suoi long breakfast, il lunedì presso gli uffici milanesi delle Finanze, transitava quasi l'intero establishment finanziario del Nord. Con fastidio crescente di molti, a cominciare dallo stesso premier Silvio Berlusconi.
La "grande occasione" della Lega negli anni '90, comunque, fu soprattutto la Fondazione Cariplo. Nel 1996 erano sei su 18 i membri della "commissione centrale di beneficienza" designati da amministrazioni leghiste: tra questo gli economisti Alessandro Penati e Angelo Miglietta (oggi segretario generale della Fondazione Crt). Per la presidenza la spuntò però Giuseppe Guzzetti, ex senatore Dc, tuttora al vertice di Cariplo e Acri. In Cariplo, peraltro, la Lega non è certo rimasta fuori dalla porta: fra i nove membri del cda siedono oggi Luca Galli e Rocco Corigliano, considerati vicini al Carroccio.
Ma il baricentro bancario della Lega è ormai da tempo migrato a Verona, la città di Flavio Tosi. Il quale ha consolidato molto la sua leadership proprio in campo bancario. Forse non è stato lui a decretare la rimozione di Alessandro Profumo da UniCredit, ma è stato Tosi – come dominus della Fondazione CariVerona – ad attaccare apertamente Piazza Cordusio sull'ingresso nel capitale della Libia; sui tagli occupazionali; sul "credit crunch" alle Pmi del Nordest. Di più: è stato Tosi a concepire l'ingresso stabile della Fondazione presieduta da Paolo Biasi come socio forte del Banco Popolare, che doveva ricapitalizzare. È stato poi Tremonti a stoppare la Fondazione allo 0,5 per cento: ma ciò non ha impedito al sindaco-banchiere di svolgere regolarmente interventi impegnativi alle assemblee del Banco. L'ultima volta in trasferta a Novara. Qui il presidente regionale Cota è stato colto dalla bufera sulla Lega mentre stava manovrando sui rinnovi al vertice delle due grandi fondazioni locali.
Alla Compagnia San Paolo (Intesa) è già stato designato l'ex sindaco Pd di Torino Sergio Chiamparino. La Fondazione Crt (UniCredit) nel 2013 dovrebbe invece avere un nuovo presidente orientativamente espresso dal centrodestra: probabilmente a ridurre un po' il ruolo dominante dell'alessandrino Fabrizio Palenzona. Il pre-candidato è l'ex presidente della Regione Enzo Ghigo (Pdl): ma la golden share l'ha in mano Cota. Si vedrà.
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GLI ISTITUTI

Banca Credieuronord
L'istituto nel 2003 era in sostanziale dissesto. A fine 2006, il tribunale di Milano condannò tre ex manager Credieuronord scagionando però leader della Lega inizialmente coinvolti, come Giancarlo Giorgetti e Stefano Stefani
Popolare di Milano
Nel 1994 Popolare di Milano - cooperativa con oltre 100mila soci nel cuore della Padania - era sotto assedio per la prima di una serie di crisi. Iniziò allora una stagione di "contiguità" fra Lega e Bpm, culminata nella presidenza, appena conclusa, di Massimo Ponzellini
Fondazione Cariplo
Nel 1996 erano sei su 18 i membri della "commissione centrale di beneficienza" designati da amministrazioni leghiste. In Cariplo, fra i nove membri del cda siedono oggi Luca Galli e Rocco Corigliano, considerati vicini al Carroccio

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