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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2012 alle ore 16:53.

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Il ministro delle Finanze olandese, Jan Kees de Jager (Reuters)Il ministro delle Finanze olandese, Jan Kees de Jager (Reuters)

In Olanda si cambia pagina sul sistema finanziario. «I banchieri e gli assicuratori olandesi dovranno giurare di mettere gli interessi dei loro clienti al primo posto». Lo prevede, a sorpresa, la riforma del settore finanziario olandese approvata dal governo dell'Aja in tutto fretta per riportare la fiducia tra i risparmiatori del paese dell'eurozona.

«Con queste misure, stiamo compiendo un importante passo nella giusta direzione per ripristinare l'autorità morale del settore» ha affermato sabato il ministro delle Finanze olandese, Jan Kees de Jager, considerato un falco dell'eurozona, in una dura lettera indirizzata al parlamento olandese. Il giuramento, che sarà messo in atto dall'Agenzia di controllo dei mercati olandese AFM, fa parte dei nuovi obblighi finanziari previsti con effetto dal 1° gennaio 2013 dalla riforma del settore finanziario.

I contribuenti olandesi sono infuriati dopo aver speso 30 miliardi di euro dal 2008 per il salvataggio di varie banche olandesi: della banca Fortis, compresa la sua partecipazione in ABN Amro Holding NV, agli aiuti per ING Groep NV, SNS Reaal NV, Aegon NV , la DSB Bank NV e Landsbanki Islands, oltre alla filiale olandese di Icesave. Tutti salvataggi che alla fine hanno pesato sui conti dello Stato e sui dividendi del settore bancario, riducendo le entrare per gli azionisti.

L'11 aprile una speciale Commissione di inchiesta parlamentare ha concluso che il precedente governo olandese ha fatto «grandi errori» nei salvataggi di Fortis, ING e ABN Amro, spingendo verso l'alto i costi a acarica dei contribuenti. La commissione nel 2010 aveva stigmatizzato la banca centrale nella sua opera di supervisione di DSB e Icesave definendola «insufficiente».

Il ministro De Jager ha detto inoltre che il governo olandese ha deciso di includere nell'opera di controllo gli hedge fund e le agenzie di rating, ora collocati in un azona gregia. Le nuove misure includono anche il divieto per le banche di pagare bonus ai propri dirigenti, se ricevono aiuti di Stato. Insomma un vero e proprio decalogo che potrebbe trovare altri seguaci in altre parti di Eurolandia se non addirittura alla Commisione euoropea di Bruxelles.

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