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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2012 alle ore 18:30.

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BUENOS AIRES - A reti unificate. La presidenta argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, ha annunciato a reti unificate di voler espropriare la compagnia petrolifera Ypf, controllata della spagnola Repsol. Il provvedimento, che assegnerà allo Stato una quota del 51%, sarà presentato in Parlamento dove il Frente para la victoria (Fpv), partito di governo di Cristina conta su una maggioranza schiacciante.

L'annuncio è stato dato dalla presidenta durante un incontro con i suoi ministri e i governatori argentini. Il restante 49%, spiega il comunicato diffuso durante il vertice, verrà distribuito tra le province argentine che ospitano produzioni petrolifere, sedici delle quali avevano già revocato le concessioni di Ypf affermando che la compagnia non stava effettuando gli investimenti concordati.

La nazionalizzazione era ampiamente attesa (come anticipato dal Sole24Ore.com sabato), e aveva suscitato forte preoccupazione in Spagna e nella Ue. Le compagnie petrolifere operative in Argentina di recente avevano subito forti pressioni dal governo centrale perchè aumentassero la produzione, dopo che lo scorso anno il valore delle importazioni di greggio di Buenos Aires era salito del 110% a 9,4 miliardi di dollari. L'autonomia energetica del Paese e la sovranitá sulle isole Malvinas, ancora contese alla Gran Bretagna, sono due temi cruciali per il governo argentino. Temi intorno a cui si é coaugulato il consenso di gran parte della popolazione.

La Spagna «darà la risposta adeguata» al progetto di legge svelato dall'Argentina che prevede l'espropriazione della compagnia petrolifera Ypf, controllata dalla spagnola Repsol. Lo ha affermato una portavoce del partito popolare, che è al governo con il premier Mariano Rajoy. «Non ho il benché minimo dubbio che il governo darà la risposta più appropriata a questa situazione».

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