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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2012 alle ore 13:15.

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Dopo la cacciata di Rosi Mauro il Carroccio avvia un'altra fase della «pulizia» (come l'ha definita Maroni) in atto nel movimento, questa volta in Regione Lombardia. Tocca a Monica Rizzi, assessore regionale allo sport, a cui Umberto Bossi due anni fa affidò il figlio Renzo per il suo debutto in politica e che è stata anche indagata perchè sospettata d'aver creato dossier per favorirlo, ma ieri il giornalista Leonardo Piccini, individuato fra le persone offese, ha ritirato la querela.

Poco prima della riunione del gruppo della Lega in Regione alla quale hanno partecipato anche Roberto Maroni e Roberto Calderoli, Monica Rizzi annuncia le sue dimmisioni con un comunicato. Nel quale sottolinea che «nonostante siano chiuse le inchieste che mi vedevano coinvolta ed addirittura vi è stata la remissione della denuncia per dossieraggio nei miei confronti», obbedisce «alla richiesta» del partito «di fare un passo indietro». «Obbedisco - dice Rizzi - come ho fatto nel 2010 per candidare Renzo Bossi e in tutti questi 24 anni di Lega Nord». Per la sua sostituzione in giunta la Lega Nord ha fatto il nome della consigliera Luciana Ruffinelli. «È la persona più adatta a ricoprire l'incarico perchè si occupa di giovani, sport e cultura», ha detto il capogruppo Stefano Galli.

Pronta anche un'altra sostituzione: al posto dell'assessore pidiellino al commercio Stefano Maullu, che ha presentato le dimissioni questa mattina, potrebbe entrare la consigliera Margherita Peroni. Il presidente Formigoni ha fatto sapere che nella giornata di domani procederà a rendere operative le dimissioni e a nominare i loro successori.
Il governatore conferma l'intenzione di Pdl e Lega di andare avanti fino alla fine della legislatura regionale, ma ipotizza anche che questa possa finire anticipatamente nel 2013 rispetto alla scadenza naturale del 2015. Quanto all'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni, che in caso di passo indietro di Formigoni ha ipotizzato una candidatura leghista per la presidenza lombarda sempre in alleanza con il Pdl, il presidente della giunta lombarda considera «legittimo» che la Lega la rivendichi.

Roberto Formigoni è stato tirato in ballo da alcune indiscrezioni di stampa nell'ambito dell'inchiesta avviata sulla sanità in Lombardia e in particolare sulle irregolarità che sarebbero state realizzate dalla fondazione Maugeri di Pavia, accusata dalla procura di Milano di aver distratto fondi per 56 milioni di euro. Alcuni verbali documentano come Pierangelo Daccò, una delle persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta sulla fondazione Maugeri ma già in carcere dall'anno scorso per lo scandalo del San Raffaele, abbia pagato a Formigoni un viaggio a Parigi. «E dov'é il problema?» si é chiesto il governatore lombardo che ha aggiunto: «Quando si va in vacanza tutti insieme c'é qualcuno che organizza, poi a fine vacanza si fanno i conti ed eventualmente si pareggia». Secondo il governatore sarebbe questa una ulteriore dimostrazione che é in corso una «speculazione politica, fango mediatico e un attacco contro Roberto Formigoni e Regione Lombardia».

Ma per il coordinatore regionale del Pdl, Mario Mantovani non c'è nessun complotto. La politica «deve saper indirizzare i fondi al meglio e controllare come vengono usati». «Il presidente Roberto Formigoni - dice Mantovani - e soprattutto l'assessore alla Sanità Luciano Bresciani hanno il dovere di intervenire. Perchè evidentemente le verifiche non sono sufficienti».
L'assessore Bresciani (Lega) chiede «aiuto al presidente Formigoni, ai suoi uffici giuridici e al mio direttore generale, per la stesura di una norma che eviti episodi severamente critici come i casi San Raffaele e Maugeri».

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