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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2012 alle ore 15:54.

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Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha confermato: Maria Sandra Mariani, sequestrata il 2 febbraio 2011, a circa 200 chilometri a sud della città algerina Djanet, è libera. La notizia era stata data dalla tv satellitare saudita Al Arabiya. Sorpresa della madre della donna, a Firenze: «Ma allora è vero!» il padre è scoppiato in un pianto dirotto. L'Aula della Camera ha salutato con un applauso unanime la liberazione di Mariani. La notizia è stata riferita da Andrea Sarubbi del Pd.

A rivendicare il sequestro era stata al-Qaeda nel Maghreb islamico e in particolare la brigata Tareq Bin Zayad, guidata dall'emiro Abu Zayd, attraverso un messaggio audio diffuso dalla stessa al-Arabiya. Non è chiaro se la notizia della liberazione della donna sia arrivata dal terrorista Abu Zaid, che in passato ha diffuso diversi comunicati tramite l'emittente di Dubai, o da altre fonti locali. L'algerino Abu Zaid è stato di recente segnalato nella città di Timbuctu, in particolare dopo l'arrivo degli uomini di al-Qaeda agli inizi di aprile nel nord del Mali, dove avrebbe tenuto una riunione insieme ad altri due capi terroristi: Mokhtar Bel Mokhtar e Yahya Abu Al-Hammam.

Maria Sandra, 53 anni, separata e con un figlio, originaria di San Casciano in Val di Pesa, in provincia di Firenze, è stata rapita il 2 febbraio 2011 nel sud dell'Algeria da un gruppo di terroristi legati ad al-Qaeda. Era il primo rapimento nel paese dal 2003, anche se la donna, sparita nell'Illizi, vicino a Djanet, regione desertica a maggioranza islamica, è stata quasi sicuramente portata in un altro Paese. Mariani, originaria di San Casciano Val di Pesa, provincia di Firenze, stava viaggiando sola assieme ad alcune guide tuareg quando è stata rapita dai terroristi in possesso di armi automatiche.

La donna è stata caricata su uno dei due veicoli del commando vicino ad Alidena, nella zona di Tadrart, 90 chilometri dalla frontiera con il Niger. Gli algerini che l'accompagnavano sono stati rilasciati poco dopo. La zona del rapimento è segnalata come una delle più pericolose sul sito Viaggiaresicuri.it, gestito dal ministero. Il fatto che una turista fosse stata portata in una zona da cui si sa che bisogna stare alla larga rafforzò da subito la convinzione che le guide tuareg della turista fossero complici.

Di certo c'è che la rotta Algeria-Niger-Mali è la stessa seguita dai rapitori dei lavoratori francesi di Areva, sequestrati vicino ad Arlit a settembre e non ancora rilasciati. La stessa rotta, precisano gli esperti che studiano la zona, «usata abitualmente dai gruppi legati ad al-Qaeda per il Maghreb islamico». «È molto strano che l'italiana si sia diretta verso sud, in direzione del Niger, dove i rischi sono noti» ha spiegato un esperto della regione all'Ansa. «È stata prelevata mentre era accampata per la notte e non mentre si stava spostando». È quindi probabile che «qualcuno abbia segnalato la posizione in cui si trovava».

Non era invece strano che la donna si sia trovata lì senza che nessuno lo sapesse. «Quando faceva questi viaggi non telefonava quasi mai: nessuno di noi si era allarmato, neanche i suoi genitori, molto anziani» dissero i parenti spiegando che hanno saputo del rapimento dalla tv. Maria Sandra era partita dall'Italia il 19 gennaio, ospite di amici algerini, non faceva solo la turista ma portava anche aiuti alle popolazioni del deserto. Profonda conoscitrice del deserto algerino, ha viaggiato diverse volte in passato in quelle zone, non lontane dal nord del Mali ora controllate da al-Qaeda nel Maghreb islamico che nel business degli ostaggi ha trovato un modo per finanziarsi.

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